P3, nuovo rinvio a giudizio per Verdini e Cosentino. Dell'Utri, si attende l'estradizione dal Libano | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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P3, nuovo rinvio a giudizio per Verdini e Cosentino. Dell’Utri, si attende l’estradizione dal Libano

Coinvolti in uno dei capitoli della vicenda P3, l’organizzazione sorta, secondo i magistrati di Roma, per condizionare gli organi dello Stato, dovranno ora affrontare un processo l’ex coordinatore del Pdl, Denis Verdini e l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino. Lo ha deciso il gup di Roma, Paola Della Monica, che ha anche stralciato la posizione di Marcello Dell’Utri in attesa che il governo del Libano decida in merito al via libera per l’estradizione. Il processo al senatore e a Cosentino è stato fissato per il prossimo 5 febbraio davanti alla nona sezione penale. A Verdini si contesta il reato di corruzione, a Cosentino quelli di diffamazione e violenza privata. Il procedimento, al momento, viaggerà parallelo a quello che vede imputati, sempre per questa vicenda, altre 17 persone tra cui l’uomo d’affari Flavio Carboni, il giudice tributario Pasquale Lombardi, l’imprenditore Arcangelo Martino, l’ex primo presidente della Corte di Cassazione Vincenzo Carbone. In questa tranche del processo, la cui prossima udienza è fissata per il 10 novembre, è imputato anche l’ex governatore della Sardegna per abuso d’ufficio. Le posizione dei tre «politici» furono stralciate in attesa che le camere dessero il via libera anche sull’utilizzo delle intercettazioni. Le accuse all’ex coordinatore del Pdl si riferiscono ai rapporti intercorsi con l’imprenditore Carboni, nella parte dell’inchiesta che riguardava il business dell’eolico in Sardegna. Le accuse a Cosentino, invece, si riferiscono alla pubblicazione di notizie false sull’attuale presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Le notizie erano stato diffuse su un blog per screditare Caldoro in vista delle elezioni regionali del 2010. All’ex sottosegretario è contestato anche l’aver «compiuto atti diretti a costringere» sempre Caldoro a rinunciare alla propria candidatura. Agli imputati del primo troncone del procedimento si contestano,invece, a seconda delle posizioni, reati che vanno dalla violazione della legge Anselmi sulle società segrete all’associazione per delinquere finalizzata a realizzare una serie indeterminata di delitti, dalla corruzione, all’abuso d’ufficio, all’ illecito finanziamento dei partiti.

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