Prostituzione, il Municipio IX pensa a zone a luci rosse | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Prostituzione, il Municipio IX pensa a zone a luci rosse

Entra nel vivo il progetto di ‘zoning’ della prostituzione in un municipio di Roma, il IX che comprende anche l’Eur, una delle aree con maggiore presenza di prostitute nella capitale. Qui potrebbero essere individuate, forse già il prossimo anno, alcune aree di tolleranza – una sorta di ‘zone a luci rossè con la mediazione dei servizi sociali – mentre tutto il resto del territorio la prostituzione sarebbe vietata. L’idea, del presidente del municipio Andrea Santoro (Pd), è stata oggi al centro del primo tavolo tecnico interistituzionale alla presenza di rappresentanti del Gabinetto del sindaco, della Prefettura di Roma, dei vigili urbani, dipartimenti delle Pari Opportunità e Politiche sociali e Asl. «Ora sono 23 le strade della circoscrizione interessate dalla prostituzione, le ridurremo a due-tre», spiega Santoro. Dove potranno sorgere queste zone di tolleranza? A suo parere in «aree a ridosso dei centri abitati ma lontane dalle abitazioni. Mercoledì – annuncia – inizieremo a ragionarci con i cittadini, in un incontro ad hoc, per fare l’identikit dell’aree in maniera condivisa. Entro la fine dell’anno cercheremo di presentare al sindaco la proposta elaborata. Vorrei che il 2015 sia l’anno in cui riusciamo a liberare l’Eur dalla prostituzione. Potrebbe esserci anche un’ordinanza del presidente del municipio». Santoro ricorda, quindi, che «in altre aree di Italia come Mestre, lo zoning è già strutturato. È stata fatta una sorta di ordinanza antiprostituzione valida su tutto il territorio eccetto quelle strade che l’amministrazione insieme a cittadini individuano: aree meno impattanti che però devono essere gestite. Qui, a quel punto, si attiva la mediazione sociale e tutti i servizi necessari». Il sindaco Ignazio Marino si era detto favorevole «alla zonizzazione della prostituzione. Purtroppo – aveva spiegato – non è una decisione del sindaco». E Santoro spiega che il Campidoglio «nella persona del vicecapo di gabinetto sta seguendo giorno per giorno gli sviluppi del progetto». Da parte sua il viceprefetto Giovanni Todini, che ha preso parte al tavolo, ha spiegato che «la prefettura nè approva nè respinge, non è affatto organo legislatura, è il pilastro della legalità. Ho raccomandato di costruire una proposta che corrisponda bene al principio di legalità. Se esiste, bisogna applicare una norma di legge, che a me però non risulta. Quello che fanno gli enti locali è legittimo, ma io debbo fare appello al rispetto della legge e quindi attenderemo. Qualora la legge lo consentisse siamo a disposizione: è meglio prevenire che reprimere».

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