Scambio embrioni, riapre il reparto del Pertini: "Sicuro al 100%" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Scambio embrioni, riapre il reparto del Pertini: “Sicuro al 100%”

A sei mesi di distanza dal clamoroso caso dello scambio di embrioni tra due coppie di aspiranti genitori riapre il centro per la Procreazione medicalmente assistita dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. Ma da oggi in poi le procedure di sicurezza saranno «sicure al 100 per cento, all’avanguardia in Europa». Standard che l’intera Regione Lazio adotterà nei 21 centri Pma accreditati che fanno parte della rete regionale e che saranno operativi per la fine del 2014. Il Pertini è il primo centro pubblico del Lazio a essere stato accreditato, quello su cui tutti gli occhi sono puntati dopo che la scorsa primavera una donna che si era sottoposta al trattamento scoprì di portare in grembo due embrioni figli biologici di altre due persone. Tutto, accertò il ministero della Salute, a causa di «un errore umano provocato dalla quasi omonimia dei cognomi e dalla insufficiente qualità delle procedure di sicurezza e tracciabilità». Errori umani che oggi, dopo sei mesi di chiusura, hanno annunciato il presidente della Regione Nicola Zingaretti e il direttore della Asl Roma B Vitaliano De Salazar, non potranno più verificarsi. Innanzitutto a ogni membro di ogni coppia sarà assegnata una card con una foto e un codice a barre che li accompagnerà per tutto il percorso del trattamento: non basterà più mostrare solo il documento. Nella fase di laboratorio, poi, è stato sviluppato un sistema digitale di tracciabilità, e in caso di accoppiamenti inesatti scatterà un ‘semaforo rossò: il sistema non potrà procedere oltre, si bloccherà del tutto. Per sbloccarlo serviranno non uno, ma due biologi e questo dovrebbe scongiurare anche l’ipotesi del dolo. L’accesso inoltre non sarà consentito a più di tre coppie al giorno. «Quello che è successo non doveva accadere – ha affermato oggi De Salazar – ma ripartiamo con rinnovato entusiasmo perchè abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare in termini di sicurezza. Abbiamo richiamato 120 coppie che erano in attesa, la loro fiducia nel Centro e negli operatori è rimasta intatta e questo ci fa piacere. A rinunciare è stato solo il 5% – ha aggiunto – ma perchè ormai dopo sei mesi erano già in altri percorsi». «Abbiamo richiesto a tutti i centri il livello massimo di sicurezza – il commento del governatore Zingaretti – Il messaggio che voglio lanciare è che tutti coloro che vogliono sottoporsi alla Pma possono rivolgersi a una rete regionale sicura, efficiente e che risponde ai requisiti massimi di sicurezza internazionali. Oggi il Lazio recupera un ritardo di 10 anni: purtroppo dopo la legge del 2004 abbiamo ereditato una situazione per cui non avevamo una rete regionale dei centri Pma. Ma ora siamo pronti». La rete della procreazione medicalmente assistita è infatti uno dei provvedimenti contenuti nel decreto attuativo dei Piani operativi della Sanità, che sarà presentato domani con il ministro Beatrice Lorenzin.

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