Zingaretti presenta il nuovo modello Lazio per il sistema sanitario | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Zingaretti presenta il nuovo modello sanitario: “Addio chiusure ospedali”. Sindacati: “Dubbi sui lavoratori”

Stop alla stagione delle chiusure degli ospedali e riequilibrio tra i posti letto di Roma (-1,3%) e quelli delle altre province (+6%) con l’obiettivo di chiudere in pareggio, se non in attivo, il bilancio nel 2015 e uscire dal commissariamento. È il decreto sanitario 368/2014 del governatore-commissario del Lazio Nicola Zingaretti, che dà attuazione ai Piani operativi approvati dal governo qualche mese fa e che ridisegna la rete sanitaria della Regione per i prossimi anni. «Un nuovo modello Lazio» l’ha definito il presidente che oggi ha presentato il documento con il ministro Beatrice Lorenzin al ministero della Salute. «Non distruggiamo ma innoviamo la sanità – ha detto ancora il governatore – non umiliamo i territori ma riorganizziamo la rete. Aumenta la qualità delle cure, si diversificherà l’offerta e i conti torneranno in ordine». Per Lorenzin «il Lazio sta facendo i compiti a casa, ma il ministero è vigilante e proattivo», perchè l’obiettivo è far uscire tutte le Regioni dai Piani di rientro e far ripartire il turn over del personale, che nel Lazio è stato «una compressione inaccettabile». Ma la presenza del ministro non è piaciuta ai colleghi di partito dell’Ncd Lazio, e neanche a FI: «Zingaretti doveva presentare prima il decreto in Consiglio – la critica delle opposizioni – e i problemi restano, anzi peggiorano». Per Cgil, Cisl e Uil restano dei dubbi sui trasferimenti dei lavoratori «senza attivare relazioni sindacali». RICOVERI INAPPROPRIATI – L’ospedale deve essere «il polo dell’eccellenza» e quindi vengano limitati i ricoveri inappropriati, spostati sulla rete territoriale insieme alle degenze a bassa intensità (20 per distretto). POSTI LETTO – Il saldo è di 21.611 posti letto (di cui 17.581 per acuti e 4.030 post acuti) con un rapporto di 2,99 per mille abitanti per gli acuti e di 0,69 per i post acuti, dentro cioè lo standard di 3,7 per mille. ARES 118 E RETE EMERGENZA – Le centrali Ares scendono da 7 a 4 ma è stata stilata una nuova distribuzione delle ambulanze sul territorio; passano da 27 a 34 le elisuperfici e tutti i mezzi potranno trasmettere gli elettrocardiogrammi agli ospedali. ICTUS E CARDIOLOGIA – Quattro i centri di riferimento regionali (Gemelli, San Camillo, Tor Vergata, Umberto I), 10 unità di trattamento neurovascolare, almeno una per provincia con l’attivazione di Frosinone, Viterbo e Rieti. TRAUMI E NASCITE – Tre hub regionali (Umberto I, Gemelli e San Camillo) per la rete traumatologica, con centri specializzati in ogni provincia. ROMA E HINTERLAND – Nella Capitale addio all’odontoiatrico Eastman (accorpato all’Umberto I), il Nuovo Regina Margherita diventerà Casa della Salute, il S. Filippo diventerà presidio ospedaliero della Asl Roma E, aprirà l’oncoematologia al San Giovanni, sarà rilanciato il Cto e aumenteranno i posti letto di Tor Vergata. A Roma, poi, apriranno i poliambulatori dei medici di medicina generale e le Case della Salute: la prima sarà a piazzale degli Eroi, nella sede dell’Oftalmico. In provincia ‘salvì gli ospedali di Bracciano, Subiaco e Monterotondo, potenziamento di Tivoli e Civitavecchia, e apertura dell’Ospedale dei Castelli nel 2016. NELLE PROVINCE – A Latina più forza al S. Maria Goretti e all’elisoccorso, mentre a Frosinone cresce lo Spaziani insieme a Sora e Cassino. In Sabina potenziato il polo di Rieti e attivata l’offerta post acuzie, mentre nella Tuscia guadagnerà rilevanza il Belcolle di Viterbo, oltre all’elisoccorso h24. Amatrice e Acquapendente guadagnano lo status di zone disagiate.

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