Università, medici in presidio al Miur contro il caos test | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Università, medici in presidio al Miur contro il caos test. Chieste le dimissioni del ministro

A questo punto, il Miur ammetta tutti i 12mila partecipanti ai test per l’accesso alle scuole di specializzazione». Con questa richiesta, alcune centinaia di medici, molti di loro in camice bianco, si sono riuniti questa mattina sotto al ministero dell’Istruzione per prostare contro «il caos generato dal Miur nella gestione delle selezioni alle scuole di specializzazione, dove risulta per stessa ammissione del ministero che ci sia stato un errore nella somministrazione del test». A quanto hanno raccontato alcuni medici in presidio, «il ministero ha invertito le domande corrispondenti a due diversi giorni di prove di selezione. Inizialmente, ha proposto di rifare il test, poi invece ha detto che, monostante l’errore, i test potevano essere corretti». «Non possiamo accettare questo caos che, nella correzione dei test, andrà a penalizzare alcuni concorsisti», si sfogano i medici che sotto al Miur hanno srotolato striscioni con su scritto: «Avete fatto una figura di Miur» e «Maltempo in tutta Italia, si annunciano piogge di ricorsi al Miur».«Era oltre un anno che aspettavamo questo concorso, che non è stato affatto meritocratico. Le prove delle due Aree erano strutturate in modo diverso – spiega Francesca, in camice bianco come la gran parte dei manifestanti, in parecchi con lo stetoscopio al collo – a prescindere dalle due domande che si è deciso di cancellare. È il ministero che ha fallito e non può scaricare le responsabilità solo sul Cineca». «Il punto cardine – le fa eco Giulia – non sono le due domande, ma la presa in giro di noi medici professionisti. È inaccettabile che in Italia, a differenza degli altri Paesi, non si riesca a programmare la formazione dei medici in modo che tutti gli abilitati riescano a proseguire il loro percorso di formazione. Stanzino i fondi per le borse!». Sono indignati questi giovani medici che, in attesa di conquistare la specializzazione, vanno avanti – raccontano – con sostituzioni, guardie mediche «lavorando ‘a partita Ivà». «I reparti sono congestionati e gli ospedali – assicurano – hanno bisogno di noi». Chiedono di parlare con il ministro Giannini e, se possibile, pure con il premier Renzi. «Stanno svilendo la professione» accusano e chiedono che «venga sanata la posizione di tutti coloro che hanno visto lesa la loro professionalità». In tarda mattinata una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dai dirigenti del Dipartimento università del ministero.

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