Cucchi, una fiaccolata per Stefano: mille candele davanti al Csm per accendere la verità | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Cucchi, una fiaccolata per Stefano: mille candele davanti al Csm per accendere la verità

Il legale: "Gli imputati hanno diritto di essere difesi ma noi attendiamo risposte e siamo stanchi di fare un processo contro tutti. La verità è semplice: dopo l'arresto il pestaggio"

Mille candele, forse di più, davanti al Consiglio Superiore della Magistratura. Nella fiaccolata per Stefano Cucchi, organizzata in piazza dell’Indipendenza a Roma dalla suoi parenti e dall’Associazione contro gli abusi in divisa (Acad) per chiedere di »accendere la verità«, sembra aleggiare più che una speranza in una nuova inchiesta sul caso del giovane morto nel 2009 dopo una settimana di detenzione. »Noi auspichiamo che venga fatto un altro passo in avanti, sul quale però io non posso pronunciarmi – dice il legale della famiglia Cucchi Fabio Anselmo -. Ieri quando ho detto che il colloquio con il procuratore Pignatone èstato non formale ma di sostanza e costruttivo ho detto tanto. Aspettiamo gli eventi«. Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano dice chiaramente: »Quello che abbiamo ripetuto per cinque anni, cioè̀che la procura fosse contro di noi in questo processo era la verita, il fatto che queste persone si siano preoccupate di fare il processo a noi era la veritàe io credo sia imbarazzante. La nostra famiglia e stata abbandonata e presa in giro in tutti questi cinque anni. Ora qualcosa sta cambiando e questo ci apre uno spiraglio di speranza«. Del resto l’accusa della famiglia di Stefano nell’esposto contro il medico legale Paolo Arbarello èstata chiara: »Con la sua consulenza orientòl’inchiesta«. E dopo il loro esposto il Procuratore Capo di Roma Pignatone ha aperto un fascicolo che seguiràpersonalmente. E oggi sono arrivate anche le parole del Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che ha auspicato che sulla vicenda giudiziaria di Stefano Cucchi si possa »arrivare ad una veritàil possibile completa e aderente ai fatti«. »Il processo ècomplicato ma la veritàèsemplice – sostiene poi Anselmo -: dopo il suo arresto, Stefano è stato vittima di un pestaggio feroce. Stefano è morto di dolore e di quelle lesioni. Auspichiamo che si possa fare un processo non piùstorto ma dritto«. »Finalmente, forse, qualcosa si sta muovendo«, gli fa eco il padre di Stefano Cucchi, Giovanni. Davanti al Csm, ci sono sia esponenti politici, centri sociali, sia famiglie con bambini. »Piazza dell’Indipendenza è piena questa sera – sottolinea il capogruppo Sel in Campidoglio Gianluca Peciola -, è un segnale che la politica e la magistratura devono ascoltare, bisogna riaprire il processo, le morti come quelle di Stefano in Italia sono sempre più frequenti«. »Erano presenti anche i familiari di altre vittime dello Stato – dicono dall’Acad -: Bernardino Budroni, Riccardo Magherini, Francesco Mastrogiovanni e Stefano Gugliotta, pestato ma sopravvissuto«.

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