Dopo il maltempo restano le buche, come ad ogni nubifragio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Dopo il maltempo restano le buche, come ad ogni nubifragio

Ad ogni nubifragio, non solo di codice ‘rossò, Roma conta i danni lasciati sulle sue strade: avvallamenti dell’asfalto, voragini, buche, sampietrini divelti. Ed anche quando il sole ritorna per mesi rimangono le tracce della pioggia, che hanno conseguenze, spesso gravi, per motociclisti, automobilisti ed anche pedoni. Insieme al traffico le buche sono uno dei ‘malì storici della Capitale con cui spesso i sindaci, nel bene o nel male, si sono dovuti confrontare. Nel cuore di Roma, in via della Pace, a due passi da piazza Navona, due giorni fa si è aperta una voragine di circa un metro per un metro. La polizia municipale ha transennato l’area. Quasi contemporaneamente un’altra, poco più piccola, si è creata in via Aretusa nella zona periferica de La Rustica. Il dissestato manto stradale, spesso rattoppato dalle molte aziende di servizi che si susseguono a fare i lavori, non fa infatti distinzione tra centro e periferie. Sulla Circonvallazione Gianicolense, nel tratto compreso tra via Bernardino Ramazzini e piazzale Enrico Dunant, in direzione Flavio Biondo, si è verificato il dissesto del manto stradale con la temporanea chiusura della strada. Stesso problema, avvallamento del manto stradale, anche in via Antonio Salandra all’incrocio con via Flavia, a pochi passi da via XX Settembre. Per evitare il peggioramento della situazione è stato interdetto il traffico ai mezzi pesanti. Buche anche a Valle Aurelia, in via della Navicella, a piazzale Ostiense, in molte strade di Testaccio e nel quartiere Portuense dove da un decennio parte di via Giannetto Valli è interdetta al traffico proprio per una voragine.

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