Emergenza sanitaria alla Corte d'Appello: processi tra topi e acqua non potabile | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Emergenza sanitaria alla Corte d’Appello: processi tra topi e acqua non potabile

– È emergenza alla Corte d’Appello di Roma per una invasione di topi, per la rottura dell’impianto di condizionamento e per l’inquinamento dell’acqua che l’ha resa non potabile. Una situazione che potrebbe portare ad un forte rallentamento a processi e attività giudiziaria. In una circolare, inviata ai presidente delle varie sezioni, ai consiglieri e agli impiegati, il presidente Luciano Panzani ha illustrato le difficoltà a cui deve fare fronte la sede dei processi di secondo grado assicurando, comunque, che «allo stato non vi sono pericoli per il personale e per il pubblico». E la situazione resta «costantemente monitorata». Nella circolare, Panzani scrive che il 6 novembre si sono «verificate anomalie di funzionamento dell’impianto di condizionamento dell’edificio di via Romeo Romei (che ospita uffici e aule ndr) che hanno reso necessaria la disattivazione dell’impianto». E, secondo Panzani, la situazione potrà tornare alla normalità non prima di trenta giorni «nel frattempo si cercherà di ridurre al minimo l’utilizzo delle aule di udienza, soprattutto nei casi di presenza di molte persone, ricorrendo alla collaborazione degli altri uffici giudiziari». Dai controlli effettuati all’impianto idrico si è «reso necessario avviare la procedura di bonifica di alcune parti con la conseguenza che, fino al completamento delle opere, l’acqua deve essere considerata non potabile». Contestualmente è stata avviata anche una massiccia opera di derattizzazione. Le criticità nella cittadella giudiziaria non si fermano, secondo il Codacons, alla corte d’Appello. L’associazione dei consumatori nei giorni scorsi ha denunciato in un esposto, inviato al presidente Mario Bresciano e al procuratore Giuseppe Pignatone, la situazione di assoluto degrado in cui versano i bagni del Tribunale penale. «I servizi igienici destinati al pubblico che si trovano nella palazzina A e B degli uffici giudiziari di piazzale Clodio – scrive il Codacons – sono caratterizzati dalla totale assenza di chiavi o altra soluzione per poter chiudere al porta dei bagni, a discapito della benchè minima privacy». «Non c’è traccia di carta igienica nè di sapone – informa l’associazione – mentre in terra la quantità di polvere è talmente elevata da lasciare impronte al passaggio delle scarpe».

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