Fondazioni liriche, sindacati in piazza contro i licenziamenti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Fondazioni liriche, sindacati in piazza contro i licenziamenti

Pronti a «continuare la mobilitazione e occupare le soprintendenze dei teatri, pur senza mai chiudere i palcoscenici», se non si arriva al ritiro dei licenziamenti annunciati all’Opera di Roma. Arriva in piazza, a Roma, la protesta delle fondazioni liriche, con sindacati, sovrintendenti ed esponenti di Pd, Sel e Movimento 5 stelle solidali con i musicisti del Costanzi, licenziati qualche settimana fa dal Cda del teatro romano. Una vicenda «simbolica rispetto alla condizione generale», spiegano dal palco i segretari di settore di Cgil, Cisl, Uil e Fials, che nel pomeriggio saranno al Mibact per chiedere un incontro. Chiamati a raccolta dai sindacati, sono arrivati artisti e lavoratori dai teatri di tutta Italia, dal Bellini di Catania al Comunale di Bologna, il Lirico di Cagliari, il Carlo Felice di Roma, l’Arena di Verona. Tutti solidali con orchestra e coro dell’Opera di Roma. E non mancano voci internazionali con il presidente della Fim Benoit Machuel, che la solidarietà alle vicende italiane di «tante orchestre nel mondo». Dal palco in piazza Santi Apostoli interventi di lavoratori, soprintendenti e politici. Poi i sindacati: «Troviamo sconcertante che Franceschini possa dire pubblicamente che 14 Fondazioni liriche in Italia sono troppe», dice Massimo Cestaro, segretario nazionale Slc Cgil, parlando a nome anche degli altri segretari sindacali, «ma allora, ci chiediamo, perchè non li chiude tutti? E già che c’è, perchè non chiude anche i teatri di prosa, i cinema, le scuole?. Se Renzi vuole rafforzare il made in Italy non può farlo sacrificando la lirica». Chiusa la manifestazione, l’attenzione si sposta sul ministero dei Beni culturali e turismo, dove nel primo pomeriggio una delegazione sindacale chiederà un incontro. I manifestanti aspetteranno fuori con un improvvisato sit in.

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