Divieto di gioco davanti alla scuola, la rivolta dei genitori di Ardea | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Divieto di gioco davanti alla scuola, la rivolta dei genitori di Ardea

– Vietato praticare «giochi di qualsiasi genere» in una piazzetta recintata, chiusa al traffico e antistante una delle scuole elementari del paese. È un cartello della discordia quello che è spuntato all’improvviso di fronte all’istituto scolastico Manzù di Ardea, piccolo centro nella provincia di Roma. L’insolito divieto che ora impedisce, pena sanzione, a bambini e adolescenti che erano soliti giocare in uno spazio ritenuto sicuro dai genitori a ridosso degli orari di entrata e di uscita da scuola, ha scatenato la rivolta di tante mamme e un vero putiferio nella cittadina. Sotto al divieto innalzato dai vigili urbani con tanto di cerchio rosso con sbarra sulla figura di due bambini che giocano a palla e che qualcuno ha già provveduto a imbrattare di vernice verde, sono stati affissi striscioni di protesta. «Se i nostri bambini non possono giocare a questa età – recita uno -, cosa devono fare: drogarsi? Vergogna». «È uno schifo – si è sfogata invece al sito InTerris.it, che ha dato la notizia, la signora Elisa F. -. In questo paese non c’è un posto dove portare i figli, non c’è spazio per gli adolescenti. E adesso che fanno? Ci tolgono anche la piazzetta che sta davanti alla scuola. Poi si lamentano se i giovani d’oggi stanno ore e ore davanti ai video o peggio». «Non c’è alternativa – dice una nonna -, se ci fosse stata ci saremmo anche andate, ma non esiste. È davvero triste». Dietro la scelta di erigere il divieto ci sarebbe la solerzia del comandante dei vigili urbani che ha preso molto seriamente gli esposti di alcuni residenti che lamentavano «schiamazzi» a tutte le ore. Fin qui, si potrebbe dire, il classico conflitto tra residenti che richiedono il silenzio e quanti vogliono usufruire degli spazi pubblici per le attività ludiche. Se non fosse che un divieto di gioco di fronte a una scuola ha pochi precedenti e ha fatto saltare sul piede di guerra i genitori dei ragazzi. «È una questione di sicurezza – spiega l’assessore all’Ambiente, Romolo De Paolis – se un pallone dovesse finire in strada sarebbe pericoloso». «Il cartello non fa altro che sottolineare l’articolo 18 del regolamento della polizia locale di Ardea – si difende l’amministrazione comunale – che dice di evitare gli schiamazzi e il disturbo della quiete pubblica». Ma i genitori non ci stanno e sostengono che quel divieto non c’è da altre parti, e il posto è recintato. «Altro che insicurezza – attacca il consigliere Mauro Iacoangeli – qua c’è il fatto che si calpestano i diritti fondamentali dei bambini solo per favorire qualche adulto. Uno schiaffo contro il diritto di ogni piccolo ad avere un luogo di confronto e di crescita in un ambiente che dovrebbe essere amico e non ostile». «Quel cartello fa un pò pensare, mi sembra eccessivo, magari lo si poteva limitare ad alcuni orari», interviene, interpellato dall’ANSA, il sindaco Luca Di Fiori. «La spiegazione che mi è stata data – aggiunge – è che ci sono una serie di esposti di residenti che lamentano schiamazzi, l’ufficio preposto si è attenuto scrupolosamente al regolamento ma a quel cartello così perentorio non sono assolutamente favorevole». Lei lo aveva mai visto un divieto così, per di più di fronte a una scuola? «In effetti no – replica -, mi fa piacere che venga sollevato il problema, vediamo che cosa si può fare, si deve rispettare l’orario del sonno ma anche andare incontro a chi ci chiede spazi da vivere». Chi proprio non ci sta è la responsabile provinciale Unicef di Civitavecchia, Pina Tarantino, secondo cui il divieto è «disdicevole» e va immediatamente rimosso. «A giorni – ricorda -, il 20 novembre, ricorre il 25/esimo anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza». Per gli stati che l’hanno firmata è d’obbligo farla rispettare, rimarca, e «all’art. 31 la Convenzione dispone il riconoscimento al fanciullo del diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco ed attività ricreative proprie della sua età». «Siamo certi – conclude – che il sindaco e le autorità comunali di Ardea lo faranno rispettare al fine di tutelare i diritti di tutti i bambini, nessuno escluso, compresi quelli della scuola elementare Manzù».

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