Protesta anti-immigrati: è caccia allo straniero. Denunciato un tentato stupro e slogan pro-duce | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Protesta anti-immigrati: è caccia allo straniero. Denunciato un tentato stupro e slogan pro-duce

Alta tensione intorno alla struttura gestita dalla cooperativa 'Un sorriso', in cui sono ospitati anche minori. Le forze dell'ordine presidiano il centro

Ora hanno tutti paura a Tor Sapienza, periferia est di Roma. Non solo i residenti stanchi «dei furti e delle rapine». Ma anche gli immigrati e gli operatori del centro di prima accoglienza perchè ormai è caccia allo straniero. Dopo il tentativo di assalto della scorsa notte con bombe carta e sassi da parte di un gruppo di violenti spalleggiati anche da qualche residente, stasera un immigrato del Congo di 50 anni è stato aggredito e ferito alla testa «da italiani», secondo quanto raccontato dalla vittima alla polizia, proprio nei pressi del parco di viale Morandi. «Non è un nostro ospite, ma ha trovato riparo qui fino all’arrivo dell’ambulanza», spiega un’operatrice del centro. La tensione si respira nell’aria intorno alla struttura gestita dalla cooperativa ‘Un sorrisò, in cui sono ospitati anche una cinquantina di minori stranieri. Le forze dell’ordine presidiano il centro. La scorsa notte decine di persone, molti giovani a volto coperto e con bastoni, lo hanno attaccato con gli agenti schierati a difesa. Il Reparto mobile è intervenuto caricando e in 15 sono rimasti feriti. La procura ha aperto un’inchiesta. Si visionano i filmati delle tv e delle telecamere di sorveglianza per identificare i responsabili. Gli oggetti scagliati sui poliziotti sono arrivati anche dalle case del quartiere, riferisce la Questura. «Un gruppo di veri criminali», li ha definiti il sindaco Ignazio Marino, che ha chiamato il questore. L’indomani a Tor Sapienza si respirano rabbia e stupore, con accenti razzisti e minacce contro i migranti in molti commenti anche sui social network. Migranti che ora vogliono andarsene, anzi due minori sotto choc sono già stati trasferiti. Una parte degli abitanti attribuisce agli ospiti del centro gran parte dei problemi della zona, tra microcriminalità e tentate violenze sessuali. «Hanno fatto bene e se non avevo da lavorare ci andavo anche io ieri sera a dare fuoco ai negri», ha scritto qualcuno su Twitter dell’assalto di ieri sera. E in strada molti si dicono pronti a vendicare presunti torti. «Li cacceremo tutti da qui, gli immigrati», dicono alcuni. Tra loro Ambra una ragazza che ha denunciato di essere sfuggita a un tentativo di stupro di tre stranieri pochi giorni prima della proteste, l’ultima scintilla. La paura accompagna ora gli ospiti del centro di prima accoglienza di viale Morandi. «Non riusciamo a capire perchè la gente ce l’abbia con noi – dice un etiope di 20 anni -. Siamo rifugiati, non rubiamo, siamo venuti in Italia solo per cercare la pace». E anche gli operatori della cooperativa che gestisce la struttura denunciano: «I ragazzi sono spaventatissimi, vogliono andare via, non possono uscire da tre giorni». La situazione a Tor Sapienza suscita anche commenti politici. «Roma rifiuta l’ignobile caccia all’immigrato – dice il sindaco – che si è perfino tradotta nel tentativo di violenza su ragazzini inermi». Marino ha incontrato in Campidoglio dei rappresentati dei comitati di cittadini: «Chiederemo se vi sono le condizioni per una diversa e più equa distribuzione cittadina degli ospiti dei centri di accoglienza», dice in serata il sindaco promettendo di essersi già mosso per risolvere il degrado che soffoca Tor Sapienza, un tempo quasi un paese popolare e solidale ora una fila di palazzoni e rabbia. Gli abitanti a Marino chiedono esplicitamente meno presenza di immigrati, «perchè abbiamo già un campo nomadi qui». E più luce, meno spazzatura, più verde, meno delinquenza. Parlavano così anche a Corcolle e Torpignattara, teatro di altri episodi dal sapore razzista. L’Agenzia Onu per i rifugiati «condanna la strumentalizzazione» da parte di elementi estremisti della società cavalcano, alimentando la tensione e aggredendo i rifugiati del centro di accoglienza. Allo stesso tempo esprime solidarietà nei confronti delle forze dell’ordine che stanno presidiando la zona. Infine un appello firmato da molte realtà romane che si occupano di accoglienza è stato rivolto oggi al Sindaco chiedendo un incontro per costruire percorsi partecipati di inclusione dei cittadini migranti. – È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la miccia che ha fatto esplodere la rabbia di un intero quartiere della periferia di Roma contro la presenza di un centro di accoglienza per immigrati. E dato fondo anche a gesti e frasi razziste. Si tratta di una tentata violenza sessuale, che si sarebbe consumata nel parco di Viale Giorgio Morandi. La vittima, Ambra, una ventottenne mamma di due bambini, porta ancora sul collo i graffi di quell’aggressione, ma oggi dice sorridendo: «Oltre al danno, la beffa». Infatti, la ragazza racconta di essere stata coinvolta ieri sera nelle cariche della polizia a Tor Sapienza. «Gli agenti della Celere mi hanno dato due manganellate sulla schiena e picchiato anche mio marito – dice la ragazza – io gli dicevo di fermarsi ma loro mi sono passati letteralmente addosso. Oggi c’è tanta rabbia, perchè ieri sera davanti alle forze dell’ordine c’erano principalmente donne». Ambra racconta che da domenica, giorno dell’aggressione al parco, non dorme e non mangia più. «Sono ancora sconvolta per quello che mi è successo – prosegue la ragazza – se non fosse stato per il mio cane Bullo non so cosa mi avrebbero fatto quei tre». La giovane ripercorre quei momenti: «Erano le 18,30 circa, avevo portato a spasso il mio cane quando all’improvviso tre uomini, penso romeni o albanesi, mi hanno afferrato per il collo facendomi cadere a terra. Poi – aggiunge – mi hanno tirato su la maglietta. Io ho iniziato ad urlare, chiamando il cane, e quando Bullo si è avvicinato loro sono scappati. Sono ancora terrorizzata per l’accaduto. Ho due figli e da sola al parco non li posso più portare neanche il pomeriggio». La ragazza spiega che la sua non è stata l’unica aggressione che si è verificata negli ultimi giorni nel quartiere alla periferia Est della capitale: «La mia è stata la quarta in pochi giorni – continua Ambra – un anziano è stato picchiato alla fermata dell’autobus per rubargli una catenina e un furto in pieno giorno in un appartamento della zona. Siamo esasperati. Non ne possiamo più ed è per questo che è scoppiata la protesta. Devono andare via».

«Fuoco ai neri», «se toccano mia figlia mi faccio giustizia da sola», «giro con il coltello in tasca». Rabbia, esasperazione ma anche razzismo. È la miscela esplosiva che muove i residenti di Tor Sapienza, al di là se nell’assalto al centro per immigrati siano stati affiancati, o meno, da estremisti di destra che condividono i loro sentimenti ed hanno usato metodi squadristi. La realtà è chiara: le parole dirette ed inequivocabili sui social e con i giornalisti, così come i gesti visto che molti dai palazzi di viale Giorgio Morandi non hanno avuto remore a lanciare oggetti dalle finestre durante quella che per tutti è la «rivolta contro gli immigrati». «Qui non si vive più. Da quando sono arrivati gli immigrati del centro di accoglienza, la situazione è diventata insostenibile. Siamo esasperati. Tutte le mattine esco alle cinque con un coltello in tasca, perchè ho paura di essere aggredita» racconta Eliana, che abita proprio in uno dei palazzi popolari di viale Giorgio Morandi. E la molla della rivolta pare sia stata proprio una tentata violenza ai danni di una ragazza ieri sera colpita durante la carica della polizia. «Sono stata aggredita in autobus alcune settimane fa da tre stranieri per il telefonino – racconta un’altra residente – per poco non mi facevano cadere a terra. Sono sempre loro. Già siamo costretti a convivere con i nomadi del campo di zona e con romeni e albanesi che abitano nelle case popolari. Ci mancava solo il centro di accoglienza. Sono questi immigrati a compiere furti e aggressioni in zona». Gli abitanti si difendono e sostengono: «Dalle finestre del centro di accoglienza ci hanno tirato di tutto dalle sedie ai tavoli, alle bottiglie. Per questo noi abbiamo risposto lanciando sassi». E i toni sono senza sfumature sui social network: «Hanno fatto bene e se non avevo da lavorare ci andavo anche io ieri sera a dare fuoco ai negri». In tanti sui vari Facebook o twitter danno sfogo ad intolleranza e violenza. «Dopo gli scontri a Viale Morandi ecco Piazza Pascali ripresa dai trans! Basta!», dice Marco su Facebook dove posta una foto della piazza in notturna. «Uniti si può fare tanto e Tor sapienza in questi 2 giorni lo ha dimostrato! – scrive su Fb Marika – basta sottomissioni e stare fermi a guardare troppo abbiamo sopportato e ora abbiamo detto basta!». «Invece di difendere noi ci vengono contro ma non vi vergognate ??? – scrive Valentina riferendosi alla polizia che ieri sera ha caricato chi tirava bombe carta contro il centro immigrati – Io so solo una cosa, che se succede qualcosa a mia figlia mi faccio giustizia da sola». I rappresentanti dei comitati di quartiere, oggi ricevuti dal sindaco Ignazio Marino, oltre che sulla sicurezza hanno fatto richieste «sul decoro e la vivibilità» come «la realizzazione di strutture sociali, la potatura degli alberi, maggiore illuminazione e pulizia delle strade» anche se ottenere questi risultati non potrà cancellare il razzismo dilagante che ha invaso questo quadrante della capitale.

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