Roma Europa, il buon Gospodin che vuole vivere senza soldi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Roma Europa, all’Eliseo il buon Gospodin che vuole vivere senza soldi

– La storia di un uomo inerme, che, da anarchico, vuol vivere senza soldi in questo mondo, prendendo «il capitalismo per le palle», ma spogliato di tutto dalla sua donna e dagli amici. È la vicenda un pò assurda (con quel Lama portato al guinzaglio e Greenpeace, con quella valigia pine di soldi tenuta in un ripostiglio) e un pò esemplare di «Gospodin» del 38/enne tedesco Philipp Lohle, presentata con la regia di Giorgio barberio Corsetti all’Eliseo, dove si replica sino a domenica, per RomaEuropa. Una parabola essenziale con personaggi che potremmo dire a due dimensioni, una favola elementare per dirci che nella società occidentale l’avidità ha annullato qualsiasi libertà e la vera libertà si ha soltanto quando si perdono quelle ritenute essenziali, ovvero finendo in prigione come Gospodin, che non ha più bisogno di soldi, di proprietà, di prendere decisioni, e se lavora lo fa solo per soddisfazione personale, che sono proprio i suoi quattro imperativi di vita. L’effetto è quello di un Brecht scarnificato, di un testo con un’occhio un pò più ironico ma ancora più essenziale nei fatti, per gran parte costruito e raccontato senza dialettica in modo narrativo da uno dei personaggi minori, mentre il protagonista gioca di mimica un pò sopra le righe, come in un film muto o forse un fumetto, effetto che col procedere della serata però si stempera mentre Claudio Santamaria trova la misura giusta che gli conosciamo, difficile da mettere a fuoco per un personaggio senza spessore (e che dichiara di non amare i libri). Una parabola che avrebbe potuto avere la misura di un breve atto unico, guadagnando in intensità, e invece diventa spettacolo di oltre un’ora e mezza, sorretto principalmente da coinvolgenti effetti scenici, dalla parte visiva, dalle proiezioni di Igor Renzetti per Fattore K (collaboratori da tempo del regista e le sue invenzioni), sulle quinte poste a diverse distanze, dando idea di profondità 3D, o spezzando le visoni con bei risultati o interagendo con gli attori. Quando non fanno i narratori con un microfono a bordo palco, sono presentati con note comiche la compagna Annette, la mamma ancora piacente che cerca fidanzati che la portino in crociera, gli amici, a cominciare dall’artista visivo che gli porta via la tv per una sua installazione a quello che vuole lo sostituisca ai funerali, sino al compagno di bevute al bar che gli lascia una valigetta piena di banconote di grosso taglio e di cui Gospodin non riesce a liberarsi (nel mondo avido in cui vive non si capisce come mai gliela restituiscono o lo invitano sempre a fare più attenzione). Tutti interpretati con bravura e bella verve da Valentina Picello e Marcello Prayer, prima spogliano il nostro protagonista, passivo per scelta di non aver nulla, poi cercano vanamente di farsi consegnare la valigetta che, per la sua provenienza illecita, lo farà finire in galera. 

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