Dopo il multagate e la protesta anti-immigrati Marino sempre più in bilico: è già toto candidato sindaco | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Dopo il multagate e la protesta anti-immigrati Marino sempre più in bilico: è già toto candidato sindaco

L'elenco dei «fallimenti» va dall'appalto per la pedonalizzazione dei Fori alla Ztl del Tridentino, dagli aumenti delle strisce blu alle corse bus in periferia, fino al piano del traffico

– Il giorno dopo l’ultimatum del Pd al sindaco di Roma e delle contestazioni a Tor Sapienza per Marino è un giorno di silenzio. Ma i rumors però non si placano e al toto nuovi assessori, visto che il partito ha chiesto al sindaco l’azzeramento dell’attuale giunta, si aggiungono le ipotesi sul futuro – c’è chi giura prossimo – candidato sindaco. Chi è vicino a Marino butta acqua sul fuoco e parla di un giro di deleghe in giunta con l’eccezione dell’unico vero cambio, ovvero la poltrona delle politiche sociali che dopo Tor Sapienza «sarebbe insostenibile per Rita Cutini». A Cutini, vicina a Sant’Egidio ed ambienti cattolici, potrebbe subentrare Erica Battaglia (Pd), presidente della commissione Politiche Sociali, oppure la sua delega potrebbe essere accorpata a quella della Casa di Daniele Ozzimo (Pd). Voci danno fuori anche l’assessore allo Sport Luca Pancalli. Ma per il Pd la partita non sarebbe destinata a finire con un giro di valzer. Anche perchè rischierebbe di essere l’ultimo valzer. Le critiche della maggioranza non riguardano solo un singolo assessore: nel mirino c’è tanto il cosiddetto ‘cerchio magicò di Marino (dal suo capo di gabinetto Luigi Fucito all’assessore alla Scuola Alessandra Cattoi) quanto la giunta, con la gestione del decoro, dei rifiuti, delle periferie, solo per fare qualche esempio. «Gli assessori con chi discutono le scelte che fanno», tuonavano ieri alla direzione del Pd. Perchè anche questo il partito romano rinfaccia al sindaco: «ci hanno provato a parlare tutti, ultimo Legnini, ma niente». E l’elenco dei «fallimenti» attribuiti al sindaco dal suo partito iniziano ad essere troppi: l’appalto per la pedonalizzazione dei Fori dato ad una sola ditta e finito a vaglio della Procura, la Ztl del Tridentino fatta senza un confronto col territorio e che ha creato una sommossa dei residenti, aumenti di strisce blu e Ztl ma tagli alle corse bus in periferia, un piano del traffico «che va bene ad Oslo non a Roma», nomine fatte e poi disfatte per difetti burocratici. Persino il concerto dei Rolling Stones, con il Circo Massimo «svenduto», e le trascrizioni dei matrimoni gay, «con le unioni civili ancora al palo». Insomma non solo il caso multe e la ‘bombà Tor Sapienza. È lungo il conto presentato al primo cittadino. Il primo confronto sarà martedì prossimo quando il sindaco e il gruppo dei dem in Campidoglio, al momento privi di un capogruppo, si incontreranno. E sarà una resa di tutti i conti aperti. Ma in casa Pd già circolano i nomi di possibili successori di Marino per elezioni che, se dal Campidoglio non arriva un forte segnale di discontinuità, potrebbero tenersi già in primavera. Più quotati sono i due ministri romani Marianna Madia e Paolo Gentiloni, ma anche la deputata renziana Lorenza Bonaccorsi, Dario Franceschini, Enrico Gasbarra e Roberto Morassut. E, ragiona qualcuno, in caso Marino durasse di più, Nicola Zingaretti. Nel frattempo anche l’opposizione si organizza: Alfio Marchini scalda i motori su twitter predicendo «in primavera #elezioniRoma» e anche Giorgia Meloni non sta a guardare e incontra i cittadini delle periferie. Più di uno è pronto a giurare che il sindaco sarà costretto ad abbandonare la sua poltrona prima di Natale.

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