Carceri, il garante Lazio compie dieci anni. Ma la regione è terza in classifica per sovraffollamento: 5116 posti, ma ci sono 500 persone in più
Dieci anni di attività, dieci anni per aumentare «l’istruzione, la salute, la cultura e la dignità» dei carcerati del Lazio. È il bilancio del Garante dei detenuti regionale Angiolo Marroni, che oggi nel corso di un convegno in Regione Lazio ha proposto il lavoro del suo ufficio come ‘un modello per l’Italià. E lo ha fatto forte di numeri e risultati. «Siamo stati il primo garante regionale in Italia, abbiamo fatto grandi cose – ha affermato Marroni – Con l’università abbiamo realizzato un modello unico, abbiamo ora 120 detenuti universitari» con un incremento che ha sfiorato il 600%. E poi 950 detenuti che hanno trovato lavoro nelle coop sociali, le tante compagnie teatrali (come quella che trionfò al Festival di Berlino con il film ‘Cesare deve morirè), l’impegno nell’assistenza alla salute e alla dignità dei detenuti, con i 110 mila colloqui negli ultimi 10 anni. «Inoltre – ha detto ancora Marroni – noi entriamo nei Cie, luoghi spaventosi, peggiori delle carceri, grazie a un protocollo firmato tempo fa». Un modello di intervento che la politica nazionale non ha intenzione di lasciare isolato: «Le altre Regioni – ha affermato il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, intervenuto al convegno – devono cercare di uniformare queste best practice adottate dal Lazio che possono dare l’impulso per risolvere il problema». Anche il parlamento, ha ricordato la presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Donatella Ferranti, sta affrontando i problemi delle carceri, in particolare «quello del sovraffollamento», che colpisce anche gli istituti laziali: i detenuti sono 5660, di cui 403 donne, a fronte di una capienza regolamentare di 5113 detenuti e di una ‘capienza tollerabilè di quasi 8000. «Noi rispetto ad altri stiamo messi meno male – il commento del vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Francesco Storace – ‘appenà 500 detenuti in più. Questo è certamente figlio di leggi e azioni che sono state messe in atto. Ma serve fare un pò di più sulla certezza della pena e sul trattamento umanitario». Nella consapevolezza che, ha aggiunto il presidente dell’Aula Daniele Leodori, che «bisogna programmare il reinserimento perchè i soldi che spendiamo oggi sono un investimento per il futuro, per le persone che vogliono riabilitarsi rispetto agli errori passati». E da parte della giunta regionale, ha annunciato l’assessore alle Politiche sociali Rita Visini sono in arrivo 500 mila euro per un progetto che attiverà tirocini di orientamento e formazione per gli ex detenuti, ed entro fine anno «verranno realizzate altre due azioni: un progetto per la tutela dei minori figli di detenuti in collaborazione con Roma Tre e un’iniziativa per la promozione dello sport in carcere».
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