Caffè della pace, la parola fine sulla storica bottega storica con l'arrivo dell'ufficiale giudiziario | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Caffè della pace, la parola fine sulla storica bottega storica con l’arrivo dell’ufficiale giudiziario

«A certificare la parola fine sul Caffè della Pace, è stato dato incarico all’ufficiale giudiziario che ieri ha notificato alla famiglia Serafini l»offerta realè che ha del surreale e sancisce di fatto, dopo oltre un secolo di onorata attività, la fine di uno dei Caffè più rappresentativi di Roma«. Così, in una nota, il presidente dell’associazione Botteghe Storiche di Roma e Cna Città storica Giulio Anticoli: »Abbiamo fatto appello a Papa Francesco, al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ai rappresentanti delle istituzioni, al ministro della Cultura, Dario Franceschini, al vice Presidente del Senato, Mario Gasbarri, alla senatrice Daniela Valentini, al sindaco di Roma, Ignazio Marino, all’Assessore a Roma Produttiva, Marta Leonori, al presidente del I° Municipio, Sabrina Alfonsi, all’assemblea Capitolina, al vice presidente Vicario, Franco Marino. Nonostante questo -aggiunge – i romani oggi hanno la consapevolezza dell’incapacità o dell’impossibilità nel tutelare un patrimonio che le loro 35.000 firme raccolte insieme all’associazione Lupe di Fabio Mina. Tra i firmatari: Oliviero Toscani, Bonito Oliva, Massimo Giletti, la Principessa Torlonia, Massimo Cacciari sono solo alcuni dei tanti nomi noti che hanno posto inutilmente la loro firma perché ciò non accadesse. Le Botteghe Storiche continuano a chiudere per lasciare il passo – aggiunge Anticoli- all’ennesimo fast food, ad aziende di scarpe – vedi Libreria Croce – o ad un negozio d’abbigliamento di discutibile livello come accaduto nell’antica libreria Herder, dove sono stati esposti fino a pochi giorni fa capi scontati di oltre il 70%, sotto l’insegna non rimossa della prestigiosa libreria datata 1925. E poi il cinema America, trattato alla stregua di una qualsiasi attività. Quando si abbasserà definitivamente il sipario su quella che rappresenta una pagina della nostra storia, la grande sconfitta apparterrà a me – conclude Anticoli – incapace a difendere le prestigiose botteghe che rappresento, i posti di lavoro che occupano e la mia amata Roma. La mia battaglia a tutela dell’Antico Caffè, continuerà fino al suo ultimo respiro«.

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