"Nessun sogno è troppo grande": Renzi lancia la sfida per le Olimpiadi a Roma nel 2024 | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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“Nessun sogno è troppo grande”: Renzi lancia la sfida per le Olimpiadi a Roma nel 2024

– Le Olimpiadi a Roma, stavolta si può. L’Italia vuole tornare a vivere un sogno, quello svanito due anni fa con il brusco risveglio imposto da Mario Monti in piena crisi economica: sono più di una apertura infatti le parole di Matteo Renzi, che sulla possibile candidatura della Capitale per i Giochi del 2024 si è sbilanciato dicendo che «il governo lavora di sponda con il Coni» e che il 15 dicembre verrà annunciato un ‘sognò per i prossimi anni, perchè «se riusciamo a rimettere in moto il fisco e la P.a. le Olimpiadi le facciamo sotto gamba». Ma se Giovanni Malagò plaude all’uscita pubblica del premier («le sue frasi ci rendono felici»), e il sindaco Ignazio Marino sottolinea che «la Capitale sarebbe orgogliosa di ospitare i Giochi», il tema diventa subito terreno di scontro. La bocciatura arriva infatti dalla Lega Nord e dal suo segretario, Matteo Salvini: «Olimpiadi in Italia? Renzi è un uomo pericoloso… l’affondo del leader del Carroccio -. Abbiamo ancora le cattedrali nel deserto per le olimpiadi invernali a Torino e i debiti per i mondiali di nuoto di Roma…». La polemica è destinata ad accompagnare comunque la candidatura, che ora attende solo l’annuncio ufficiale: appuntamento il 15 dicembre al Coni per dare il via alla nuova avventura, complici anche le novità sulla valutazione delle candidature che l’assemblea del Cio dovrebbe approvare a inizio dicembre a Montecarlo. «A me colpì molto Monti quando disse che le Olimpiadi erano un progetto troppo grande per l’Italia – ha detto ancora Renzi, il quale allora definì sbagliata la scelta -. Ma non c’è progetto troppo grande per l’Italia». Pensare in grande, quindi, ma per concorrere adeguatamente per l’edizione 2024 non sarà necessario fare investimenti monstre. «Condivido il sogno di Renzi, e se saremo in corsa – spiega infatti Marino – sarà con ambizione e sobrietà». «Ci fanno felici, confermano la sua sensibilità verso lo sport – ha detto Malagò riferendosi alle frasi del premier -. Lo aspetto il 15 dicembre al Foro Italico». Dura invece la posizione di Salvini: «Abbiamo 13 miliardi di euro non risarciti ai terremotati dell’Emilia Romagna. Abbiamo una disoccupazione record, ogni giorno chiudono 120 aziende, e il presidente del consiglio pensa a fare le olimpiadi in Italia. Non ci sono parole». Il processo di candidatura, come ha avuto modo di spiegare Malagò anche al premier, sarà meno rigido dell’attuale dato che la nuova parola d’ordine indicata dal presidente del Cio, Thomas Bach, è sostenibilità. Le città candidate dovranno indicare le proprie caratteristiche peculiari dal punto di vista economico, infrastrutturale e sociale, potranno proporre partnership con altre città e Paesi e anche essere aiutate finanziariamente dallo stesso Cio. Se i costi temuti erano stati la principale remora per la rinuncia alla corsa 2020, il nuovo corso del Cio sembra mettere l’Italia in una posizione almeno di parità sulle possibili concorrenti. Malagò crede molto nelle chance tricolori e da mesi sta lavorando per ottenere sia l’appoggio dell’esecutivo, che a questo punto pare conquistato, sia adeguate sponde al Cio, che ha lavorato ai fianchi in recenti incontri in Estremo Oriente. Il principale interessato, il sindaco Ignazio Marino, si è detto in passato favorevole all’idea di avere le Olimpiadi a Roma, convinto anche di trovare, una volta tanto, l’unanimità in Campidoglio sull’argomento. Il 15 dicembre dal Coni insomma è atteso il via libera alla candidatura: da lì, promette Renzi, ripartirà il sogno interrotto due anni fa.

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