Torna l'alberone, il successore è un leccio di 150 anni alto 10 metri | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Torna l’alberone, il successore è un leccio di 150 anni alto 10 metri

– Dopo l’ultima forte ondata di maltempo che aveva abbattuto l’albero simbolo di piazza dell’Alberone, oggi è stato inaugurato il suo ‘successorè: un leccio di 150 anni, alto circa 10 metri e del diametro di 1,60 metri. A dargli il benvenuto, insieme al sindaco Ignazio Marino, alla presidente del municipio Susi Fantino e agli assessori all’Ambiente e alla Scuola, Estella Marino e Alessandra Cattoi, tanta gente del quartiere, studenti e anziani. «Oggi 21 novembre è il giorno degli alberi – ha detto Fantino – e credo sia una giornata per dire grazie sindaco, grazie amministrazione, dobbiamo essere tempestivi». Alla cerimonia anche Vittorio Emiliani, direttore de il Messaggero quando il giornale si fece promotore di ripiantare l’alberone quando cadde nel 1986. Oggi presidente del comitato per la bellezza, Emiliani ha augurato «a questo albero di durare di più del nostro». Ventimila euro il costo dell’operazione: trasporto, piantumazione, manutenzione e garanzia di attecchimento per due anni a carico del vivaio. Marino, durante il suo intervento ha chiamato accanto a sè, due studentesse «che hanno disegnato il logo per la campagna dona un albero. Gli alberi a Roma sono elementi distintivi e in molti momenti non c’è stata quell’attenzione che dovremmo avere per il nostro verde», ha detto il primo cittadino. «Noi oggi festeggiamo in quasi tutte le scuole di Roma la giornata dell’albero – ha spiegato Cattoi -, dove si pianta un albero o ci si prende cura di un albero. Insegnare ai ragazzi a prendersi cura degli alberi è un modo molto importante per insegnare loro il decoro. Ogni volta che i bimbi si appropriano di uno spazio pubblico, un’aiuola, un piccolo orto o un albero ci tengono talmente tanto che non permettono a nessuno di rovinarlo». L’idea dell’assessore è «proporre alle scuole di aderire all’iniziativa dona un albero, con l’aiuto delle famiglie, in modo che nuovo albero poi prenda il nome degli istituti scolastici».

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