La camorra dietro la contraffazione romana: 5 affiliati al clan Mazzarella arrestati dalla Finanza | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La camorra dietro la contraffazione romana: 5 affiliati al clan Mazzarella arrestati dalla Finanza

Un'inchiesta sul litorale dopo alcuni sequestri di merce, il monitaraggio ha portato alla scoperto dell'abusivismo e individuando i camorristi grazie alle intercettazioni telefoniche

La camorra, e specificamente il clan Mazzarella di Napoli, dietro il commercio di prodotti contraffatti e «piratati» a Roma e sul litorale. A scoprirlo, in un’inchiesta della procura di Napoli, la Guardia di finanza di Fiumicino, che ha arrestato 5 persone nel capoluogo campano, su richiesta dei Magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, Catello Maresca e Francesco De Falco. Tutti gli arrestati fanno parte dello storico clan Mazzarella dei quartieri napoletani della Maddalena, Mercato, Case Nuove e Soprammuro di Napoli, specializzato in una vasta gamma di reati – dall’usura ai traffici di stupefacenti; dal commercio di armi alla gestione e al controllo del mercato della contraffazione e della pirateria audiovisiva – e con una elevata disponibilità di armi comuni e da guerra. Un’inchiesta, quella che ha portato agli arresti di questa mattina all’alba, nata proprio a Roma e sul litorale romano, dopo alcuni sequestri di merce, monitorando delle attività di commercio abusivo e che ha permesso di individuare i camorristi grazie alle intercettazioni telefoniche. Tutte le persone colpite da cattura avevano ruoli e compiti di primissimo piano, e, più volte, avevano preso parte ai vari gruppi di fuoco organizzati per affermare il violento e totale controllo del territorio, in opposizione agli altri clan, con il preciso fine di rimpinguare le «casse criminali» con sempre maggiore liquidità, da reinvestirsi subito nel mantenimento degli affiliati, nei tipici traffici delinquenziali ed in attività economiche apparentemente lecite. Le indagini – partite da episodi di pirateria audiovisiva e contraffazione marchi e condotte con un massiccio impiego di strumenti tecnici – hanno fatto emergere l’esistenza di condotte estorsive in danno anche dei rivenditori di Cd e Dvd pirata e di merce contraffatta, nonché la predilezione degli arrestati per il traffico di stupefacenti e di armi. Le attività investigative, corroborate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno riguardato il «clan Mazzarella», ed, in particolare, 5 tra promotori e compartecipi, tutti giovani e violenti che, dal 2006 in avanti, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che deriva dall’appartenenza al clan, hanno estorto, con minacce e rappresaglie, ai commercianti della zona, una vera e propria percentuale sui profitti d’impresa, quasi una «Ires di Camorra». In alcuni casi, gli emissari del clan hanno imposto un «pizzo» mensile di 2.500 euro, talvolta celato dietro l’acquisto di sacchetti di plastica, rimarcando ai proprietari delle attività commerciali che parte del ricavato sarebbe andato ai «carcerati».

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