Opera, Confsal: "L'azienda cambi strada o l'accordo è inutile" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Opera, Libersind-Conf.sal: “L’azienda cambi strada o l’accordo è inutile”

«Adesso vogliamo coerenza»: è quanto chiede alla dirigenza del Teatro dell’Opera di Roma il sindacato Libersind-Conf.sal, una delle 7 sigle firmatarie dell’accordo per evitare il licenziamento di coro e orchestra, plebiscitato dai lavoratori. «All’indomani dell’assemblea dei lavoratori (in realtà due giorni fa, ndr) che ha ratificato l’accordo siglato il 17 novembre da tutte le organizzazioni sindacali presenti in teatro, il nostro sindacato impegna fin da subito l’Azienda ad operare nel verso di quanto sottoscritto – si legge in un comunicato -. Il Libersind-Conf.sal ritiene che senza un cambio di passo gestionale e di impostazione nelle attività del Teatro, non si potrà intraprendere un nuovo percorso, condiviso con i sindacati, che porti all’aumento della produttività, alla riproposizione del repertorio, al decentramento e alternanza degli spettacoli, ovvero azioni che possano attirare il grande pubblico in Teatro». «È nostra convinzione infatti che i motivi che hanno generato il dissesto finanziario dell’Ente, che i pesanti sacrifici economici dei lavoratori contribuiranno a risanare, non possano certo essere imputati alla sola parte dipendente – prosegue la nota -, ma vadano ricercati principalmente in una cattiva gestione e tra coloro i quali possedevano e possiedono le leve decisionali». «Pertanto il Libersind Conf.sal chiede che, con altrettanto coraggio di quanto ne hanno avuto responsabilmente tutti i lavoratori del Teatro, l’Azienda dia fin da subito chiari segnali di intraprendere un percorso completamente diverso, tracciando una linea precisa di discontinuità con le scelte del passato». «Chiediamo di ricevere quanto prima il piano annuale di previsione di lavoro per i contratti a tempo determinato, per consentire ai lavoratori precari di pianificare il loro impegno mentre ci aspettiamo che non verranno penalizzati i reparti produttivi che saranno in prima fila nel processo di risanamento – conclude -. Siamo in attesa inoltre di ricevere le convocazioni per discutere il nuovo contratto integrativo prima del 31 dicembre 2014, al fine di scongiurare gli esiti della legge 112. Vigileremo e denunceremo se dovessero riproporsi vecchie abitudini».

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