Vaccino antinfluenzale, due morti sospette nella Capitale: dalla Regione stop al farmaco Fluad
Una decisione che va di pari passo con le segnalazioni, arrivate all'Agenzia, relative anche ad altri lotti del medicinale. La linea dell'amministrazione Zingaretti è della massima prudenza
Roma registra le prime due morti sospette dopo l’assunzione del vaccino antinfluenzale, proprio nel giorno in cui la Regione Lazio ha deciso la sospensione totale e senza eccezioni del Fluad, il farmaco sospettato di essere la causa dei decessi in tutta Italia. Si tratta di una 92enne, morta al Gemelli, e di un 77enne giunto cadavere al policlinico dall’Aurelia Hospital. La Regione, che ieri sera aveva chiesto di bloccare la somministrazione delle dosi di farmaco che provenivano da due lotti sotto accusa, ha deciso oggi pomeriggio di aumentare in via cautelativa il livello di sicurezza, disponendo che tutte le Asl sospendano, almeno in attesa di novità certe, sia la distribuzione che la somministrazione del farmaco «a prescindere dai lotti segnalati». Una decisione che va di pari passo con le segnalazioni arrivate all’Agenzia italiana del farmaco relative anche ad altri lotti del vaccino antinfluenzale rispetto ai primi gruppi ‘incriminatì, che sicuramente sono stati diffusi, e utilizzati, in diverse zone di Roma, nel Reatino e a Viterbo, senza però alcuna traccia di sintomi sospetti o allarmanti nei pazienti. Nuove segnalazioni però che sebbene «da confermare», come ha voluto rimarcare il dg dell’Aifa Luca Pani, di certo non rasserenano il clima. Specie quando, sottolinea la Regione Lazio, «la vicenda ha risentito di grossi limiti di comunicazione istituzionale verso le Regioni: a oggi il Lazio non ha ricevuto segnalazioni ufficiali da parte dell’Agenzia del Farmaco». Dunque, la linea dell’amministrazione di Nicola Zingaretti è quella della massima prudenza. «Le dosi dei lotti sospetti – afferma la Regione – sono complessivamente 57 mila su un totale di farmaci ordinati di 947 mila dosi, una minima parte». La campagna di vaccinazione, comunque, «è già a due terzi dell’obiettivo stabilito – specifica ancora la Regione – un elevato livello di copertura grazie anche all’impegno dei medici di medicina generale». Che nel Lazio sono circa 5.000, di cui duemila a Roma, e già da ieri sera grazie a un tam tam via sms fatto partire dalla Fimmg, hanno immediatamente sospeso il Fluad e l’hanno separato dagli altri farmaci. Da questo pomeriggio però lo stop è totale. I primi lotti ‘incriminatì, riporta il leader regionale della Fimmg Pier Luigi Bartoletti, sono certamente stati distribuiti nelle Asl Roma A (centro storico, ma anche i popolosi quartieri del Tufello, di Montesacro e della Bufalotta), Roma C (Tor Pignattara) e Roma D (Ostia). Fuori Roma, invece, sono arrivati a Viterbo e in Sabina, a Rieti e a Poggio Mirteto. Il Fluad, in ogni caso, conferma Bartoletti, «non è un vaccino generico ma va utilizzato solo in determinate situazioni, cioè per pazienti anziani, con gravi patologie croniche o per casi di immunodepressione». Ecco perchè su poco meno di un milione di dosi previste per la campagna di vaccinazione del Lazio, il farmaco in questione rappresenta solo una piccola percentuale. Inoltre, nel Lazio, «la campagna di vaccinazione è partita in ritardo, e noi medici, in generale, suggeriamo ai pazienti di vaccinarsi il più tardi possibile». Ora i medici di famiglia stanno raccogliendo i dati per cercare di capire quanti sono effettivamente i pazienti a cui è stato iniettato il Fluad, mentre la Regione Lazio sta procedendo «nel lavoro di verifica con il servizio di farmacovigilanza».
Nel Lazio è stop totale e senza eccezioni al Fluad, il vaccino antinfluenzale sospettato di aver causato, al momento, già cinque morti in tutta Italia. La Regione, che ieri sera aveva chiesto di bloccare la somministrazione delle dosi di farmaco che provenivano da due lotti sotto accusa, ha deciso oggi pomeriggio di aumentare in via cautelativa il livello di sicurezza, disponendo che tutte le Asl sospendano, almeno in attesa di novità certe, sia la distribuzione che la somministrazione del farmaco «a prescindere dai lotti segnalati». Una decisione che va di pari passo con le segnalazioni arrivate all’Agenzia italiana del farmaco relative anche ad altri lotti del vaccino antinfluenzale rispetto ai primi gruppi ‘incriminatì, che sicuramente sono stati diffusi, e utilizzati, in diverse zone di Roma, nel Reatino e a Viterbo, senza però alcuna traccia di sintomi sospetti o allarmanti nei pazienti. Nuove segnalazioni però che sebbene «da confermare», come ha voluto rimarcare il dg dell’Aifa Luca Pani, di certo non rasserenano il clima. Specie quando, sottolinea la Regione Lazio, «la vicenda ha risentito di grossi limiti di comunicazione istituzionale verso le Regioni: a oggi il Lazio non ha ricevuto segnalazioni ufficiali da parte dell’Agenzia del Farmaco». Dunque, la linea dell’amministrazione di Nicola Zingaretti è quella della massima prudenza. «Le dosi dei lotti sospetti – afferma la Regione – sono complessivamente 57 mila su un totale di farmaci ordinati di 947 mila dosi, una minima parte». La campagna di vaccinazione, comunque, «è già a due terzi dell’obiettivo stabilito – specifica ancora la Regione – un elevato livello di copertura grazie anche all’impegno dei medici di medicina generale». Che nel Lazio sono circa 5000, di cui duemila a Roma, e già da ieri sera grazie a un tam tam via sms fatto partire dalla Fimmg, hanno immediatamente sospeso il Fluad e l’hanno separato dagli altri farmaci. Da questo pomeriggio però lo stop è totale. I primi lotti ‘incriminatì, riporta il leader regionale della Fimmg Pier Luigi Bartoletti, sono certamente stati distribuiti nelle Asl Roma A (centro storico, ma anche i popolosi quartieri del Tufello, di Montesacro e della Bufalotta), Roma C (Tor Pignattara) e Roma D (Ostia). Fuori Roma, invece, sono arrivati a Viterbo e in Sabina, a Rieti e a Poggio Mirteto. Il Fluad, in ogni caso, conferma Bartoletti, «non è un vaccino generico ma va utilizzato solo in determinate situazioni, cioè per pazienti anziani, con gravi patologie croniche o per casi di immunodepressione». Ecco perchè su poco meno di un milione di dosi previste per la campagna di vaccinazione del Lazio, il farmaco in questione rappresenta solo una piccola percentuale. Inoltre, nel Lazio, «la campagna di vaccinazione è partita in ritardo, e noi medici, in generale, suggeriamo ai pazienti di vaccinarsi il più tardi possibile». Ora i medici di famiglia stanno raccogliendo i dati per cercare di capire quanti sono effettivamente i pazienti a cui è stato iniettato il Fluad, mentre la Regione Lazio sta procedendo «nel lavoro di verifica con il servizio di farmacovigilanza».
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