Mafia capitale: "I soldi di Alemanno in Argentina", la procura smentisce: "Nessun riscontro" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale: “I soldi di Alemanno in Argentina”, la procura smentisce: “Nessun riscontro”

La pista indicata da Odevaine (indagato) non convince gli inquirenti, l'ex sindaco si difende. La cupola tentò di avvicinare "un uomo di Zingaretti per un appalto"

Valigette piene di contanti trasportate in Argentina dall’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, evitando i controlli all’aeroporto. È quanto afferma Luca Odevaine negli uffici della Fondazione Integrazione parlando con Mario Schina, consigliere della cooperativa ‘Il percorsò che si occupa di campi rom, e Sandro Coltellacci, collaboratore di Salvatore Buzzi, in una conversazione del gennaio scorso intercettata dal Ros dei carabinieri e riportata da numerosi quotidiani (Corriere della Sera, Repubblica, Stampa, Messaggero, Fatto Quotidiano, Mattino, Secolo XIX, Il Giornale, Il Tempo) Odevaine parla di una lite che Alemanno avrebbe avuto con un uomo ancora da identificare, il cui nome non viene citato. «Abita in questo palazzo, che figlio di m… ha litigato con Alemanno… per soldi se sò scannati… ma sai che Alemanno si è portato via, ha fatto quattro viaggi lui e il figlio con le valigie piene dè soldi in Argentina, se sò portati con le valigie piene de contanti, ma te sembra normale che un sindaco… me l’ha detto questi de Polaria», afferma Odevaine. «E nessuno lo ha controllato?», chiede Schina. «No, è passato al varco riservato», spiega Odevaine nell’intercettazione che si trova tra le carte dell’inchiesta della Procura di Roma. Schina quindi aggiunge: «Pensavo che i soldi se li prendesse tutti lui, sembrava che il sindaco non toccasse, invece l’ha toccati però che il sindaco… due… tre, Panzironi 10, penso che gli equilibri erano quelli». «Poi ad un certo punto – prosegue Odevaine – deve essere successo qualche casino, ad Alemanno gli hanno fatto uno strano furto a casa». «Cercavano qualche pezzo de carta», afferma Schina, e Odevaine: «Credo hanno litigato perchè Alemanno ha pensato che ce li ha mandati questo». Molti quotidiani pubblicano anche la reazione di Alemanno all’intercettazione. L’ex sindaco definisce la questione «una millanteria totalmente infondata. Non ho portato mai soldi all’estero, tantomeno in Argentina. Il furto di cui si parla è avvenuto ad ottobre 2013», spiega, ed è stato denunciato: «Basta aprire Google per constatare che è stato ampiamente pubblicizzato. Per quanto riguarda il viaggio in Argentina – prosegue l’ex sindaco – ci sono stato per pochi giorni con la mia famiglia e un folto gruppo di amici a Capodanno 2011-2012 per andare a vedere i ghiacciai della Patagonia». Alemanno ribadisce la stessa posizione in un’intervista al Tempo: «Vorrei che si ricordasse che il mio conto corrente è sotto zero. Per pagare i debiti contratti in campagna elettorale sono stato costretto a vendere un’abitazione e ad accedere un mutuo. Se avessi avuto un tesoro all’estero lo avrei fatto?».

– «Non ci sono riscontri di trasferimenti di soldi da parte di Gianni Alemanno all’estero». Così fonti della Procura di Roma riguardo a intercettazioni di Luca Odevaine, arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale, nelle quali parla dell’ex sindaco circa «quattro viaggi in Argentina con valigie piene di contanti».

– «Come viene confermato oggi dalla Procura di Roma la notizia dei miei viaggi in Argentina per portare soldi è totalmente e manifestamente infondata». Lo ha detto l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in merito a una intercettazione telefonica, riportata su vari quotidiani, in cui si parla di uno spostamento di soldi all’estero. «Questa notizia nasceva da un’intercettazione di una persona a me evidentemente ostile, come Luca Odevaine, braccio destro di Walter Veltroni, da me allontanato dagli incarichi con il Comune di Roma».«Inoltre – ha continuato l’ex sindaco – l’idea che io e mio figlio allora minorenne ci recassimo dall’ altra parte del mondo per portare soldi, non solo può apparire folle a qualsiasi giudizio equilibrato ma è facilmente riscontrabile attraverso i nostri passaporti. Infatti già ieri dalle carte risultava che gli inquirenti, dopo le opportune verifiche, avevano scartato questa pista. Tutto ciò non ha impedito agli organi di informazione di dare la massima evidenza a questa notizia e io oggi chiedo che uguale risalto venga dato alla smentita proveniente dalla Procura: non solo non ho mai portato un euro fuori dalle frontiere ma ho dovuto, come più volte spiegato, vendere una casa e accendere un mutuo per pagare i miei debiti della mia campagna elettorale. Anche questo è facilmente riscontrabile sulle carte», ha concluso.

Un appalto nella sanità da un miliardo di euro da ottenere dalla Regione Lazio. È il superaffare a cui aspirava il gruppo di Massimo Carminati, che attraverso Luca Odevaine, ex vicecapo gabinetto di Walter Veltroni, intendeva avvicinare Maurizio Venafro, capo di gabinetto del governatore Pd del Lazio Nicola Zingaretti. Interessando anche Goffredo Bettini, eurodeputato democratico e personaggio di spicco del Pd romano. È quanto racconta oggi il quotidiano ‘Il Tempò sulla base di intercettazioni contenute negli atti dell’inchiesta. «La gestione della gara» era «nella mani di Venafro», al quale, secondo Odevaine, intercettato nel marzo scorso, era possibile «arrivare attraverso la mediazione di Bettini». Odevaine, arrestato per corruzione aggravata – secondo il braccio destro di Carminati, Salvatore Buzzi, prendeva «5 mila euro al mese» dall’organizzazione -, le società La Cascina e Manutencoop assieme poteva ottenere l’appalto, «una specie di global service su tutte le strutture sanitarie». «Maurizio (Venafro) ci conosciamo bene, abbiamo lavorato insieme», dice Odevaine parlando con un rappresentante della coop La Cascina, «però ti dico la verità, ho paura che su una questione del genere se io…in prima battuta vado, lui si irrigidisce pure con me». «Lì la chiave credo che sia Goffredo Bettini (…) quello che Goffredo gli dice di fare lo fa». Non è chiaro, secondo ‘il Tempò, se la commessa sia poi stata data.

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