Mafia capitale, chiusi gli interrogatori di garanzia. E si scopre che Carminati temeva Pignatone | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, chiusi gli interrogatori di garanzia. E si scopre che Carminati temeva Pignatone

Si sono conclusi oggi gli interrogatori di garanzia degli indagati posti agli arresti domiciliari una settimana fa nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta Mafia Capitale. Due di loro, Marco Placidi, impiegato nel comune di Sant’Oreste, e Raniero Lucci, dipendente di una cooperativa, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre altri due, Sergio Menichelli, sindaco di Sant’Oreste, e Mario Schina, consigliere della cooperativa ‘Il percorsò, hanno respinto le accuse Il difensore di Menichelli, Franco Merlino, ha presentato istanza al gip Flavia Costantini per sollecitare la revoca dell’ordinanza emessa nei confronti del suo assistito, mentre gli avvocati degli altri indagati hanno presentato ricorso al tribunale del riesame.

-Massimo Carminati «manifestava interesse per la nomina del nuovo procuratore di Roma Giuseppe Pignatone». Parlando con una persona, si legge in una intercettazione del 27 gennaio 2012, affermava che il magistrato «non giocava» e «avrebbe buttato all’aria Roma» in quanto «in Calabria ha capottato tutto» e «non si fa inglobà dalla politica».

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