Mafia capitale, Marino in procura: consegnati i documenti a Pignatone. Orlando: "Oltre le norme aspetto politico" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Marino consegna i documenti a Pignatone. Orlando: “Oltre le norme aspetto politico”

Alfio Marchini scalda i motori: "Appalti in continuità con Alemanno. Pronto al faccia a faccia con il sindaco". Movimenti in Campidoglio: "Roma si ribella"

Il sindaco di Roma Ignazio Marino è andato stamani in Procura, dove ha avuto un breve incontro con il procuratore Giuseppe Pignatone. Il sindaco, in base a quanto si apprende, ha consegnato una serie di documenti che potrebbero risultare utili nell’attività indagine su Mafia Capitale. Il procuratore Giuseppe Pignatone ha avviato verifiche sui documenti depositati questa mattina negli uffici di piazzale Clodio dal sindaco di Roma, Ignazio Marino. L’incartamento è sulla scrivania del capo dei pm romani che dovrà valutare se i documenti possano rappresentare uno spunto investigativo da inserire nella maxinchiesta su Mafia Capitale. Al momento da parte degli organi inquirenti c’è massimo riserbo sul contenuto del materiale depositato. Nei mesi scorsi il sindaco di Roma si è più volte recato negli uffici del procuratore per depositare una serie di esposti in particolare riguardati i ritardi per la costruzione della metro C e su presunti illeciti in Ama, la municipalizzata che si occupa dei rifiuti e sulla gestione dello smaltimento dell’immondizia dopo la chiusura della discarica di Malagrotta e gli arresti di Manlio Cerroni e dei suoi collaboratori. – Potrebbe iniziare già entro le prossime trentasei ore la rotazione dei dirigenti voluta dal sindaco Ignazio Marino dopo la maxi inchiesta sulla mafia a Roma. A quanto si apprende in Campidoglio, infatti, sono iniziati i lavori dello staff del segretariato per stabilire le regole della rotazione e a breve è atteso un confronto con i sindacati.

– I pm della Procura di Roma sono al lavoro anche sul furto di un personal computer avvenuto il 5 dicembre in un ufficio del Servizio giardini del Campidoglio. Gli accertamenti sono affidati ai sostituti titolari dell’ indagine sul gruppo criminale di Massimo Carminati. Obiettivo di chi indaga è capire se il furto abbia una relazione con la vicenda della cupola mafiosa che ruota intorno alla figura dell’ ex terrorista nero.

Contro la corruzione, accanto ai provvedimenti che si possono prendere sul piano legislativo e sanzionatorio, «c’è poi il tema del funzionamento delle forze politiche, che non è risolvibile con modifiche normative» e rispetto al quale le misure che si possono prendere su questo piano «non sono esaustive». Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando. «Sul piano sanzionatorio ritengono ci siano due cose da fare: assicurare la massima collaborazione alle Procure e valutare gli strumenti sanzionatori adeguati», ha spiegato Orlando a margine di un’audizione al Comitato parlamentare Schengen. Riguardo all’inchiesta romana e alla corruzione applicata alla gestione dei servizi per immigrati e profughi, «non mi pare – ha detto il ministro – che ci siano peculiarità rispetto al altri fenomeni analoghi di corruzione: la genesi è quella dei fenomeni corruttivi emersi in altre vicende, non vedo specificità se non nell’aberrazione di chi si fa corrompere per un servizio così delicato e con risvolti umanitari». Riguardo alle misure che il governo si appresta a varare, la via principale è quella di colpire i patrimoni, ha detto Orlando, «perchè ha una fortissima deterrenza, mentre la paura del carcere è spesso scarsa. L’idea è quella dell’aggressione dei patrimoni e della restituzione del maltolto allo Stato». Quanto al patteggiamento, i cui margini di accesso si vorrebbero ora restringere per i corrotti, «abbiamo visto con le inchieste Expo e Mose che se le indagini sono fatte bene portano al patteggiamento, un istituto da incentivare, ma che rischia di precludere l’applicazione di una pena detentiva». Da qui «la scelta non di un inasprimento generico delle sanzioni, ma dell’innalzamento delle pena detentiva» per la corruzione. E «la modifica dei termini di pena avrà effetti anche sui termini di prescrizione».

– «Con Marino c’è stata una perfetta continuità con gli appalti dati da Alemanno. Penso alle emergenze rifiuti prima con i maiali poi nelle metropolitane, o alla manutenzione delle ville storiche. Sono tutte le stesse cooperative. Gli appalti sono stati fatti con le stesse modalità che faceva Alemanno e le cooperative sono le stesse». Lo ha detto il consigliere comunale Alfio Marchini intervistato a Radio Roma Capitale. – Alfio Marchini, ex candidato sindaco alle ultime elezioni per il Campidoglio, lancia una sfida ad Ignazio Marino per un confronto faccia a faccia in tv o radio. «Io sarei disponibile a fare un faccia a faccia con Marino – dice il consigliere comunale ai microfoni di Radio Roma Capitale – Il sindaco accetta solo monologhi mai confronti. Lui racconta una realtà tutta sua. Io vorrei fare una riflessione vera di fronte ai cittadini, un faccia a faccia. I cittadini lo chiedono».

«Ma fatemi capire: gli altri sono indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso e gli irresponsabili saremmo noi? La nostra responsabilità sta nelle oltre 200 proposte fatte sinora: le approvassero!». Così il capogruppo del M5s in Campidoglio Marcello De Vito commentando su Facebook il botta e risposta tra il leader del suo movimento Beppe Grillo e il sindaco di Roma Ignazio Marino. Il primo cittadino aveva detto pochi giorni fa che i pentastellati «fuggono dalle responsabilità».

Non una cosa che decidiamo noi ma non farebbe bene alla cittt. Chiaramente se alla fine si arriverr a questo punto noi lo assumeremo come un atto dovuto della magistratura. La nostra intenzione andare avanti fino a quando ci verrr permesso e farlo con un dialogo con tutte le parti, lavorando calendarizzando i consigli e tutte le delibere utili alla cittt». Coss il presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio, al termine della conferenza dei capigruppo, a chi gli chiedeva cosa ne pensasse di un’ipotesi scioglimento del Comune per mafia in merito all’indagine «Mondo di Mezzo».

– Blitz dei movimenti della ‘Rete per il diritto alla citta« in Campidoglio. Un gruppo di precari, studenti e militanti dei centri sociali ha esposto un grosso striscione in cima alla scalinata con su scritto ‘Questa città di chi pensi che sia?’. I militanti intonano cori: »Roma si ribella« e »Roma libera«. »Questa è la prima iniziativa di lancio del corteo indetto sabato a Roma – spiega Gianluca, un militante della Rete per il diritto alla città – sarà una manifestazione contro mafia capitale e contro la sua scritta. Vogliamo riprenderci questa città«.

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