Giunta Marino, su Tor Sapienza paga solo la Cutini. Addio con polemica: "Ora stop al malaffare" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Giunta Marino, su Tor Sapienza paga solo la Cutini Addio con polemica: “Ora stop al malaffare”

A sostituire l'uscente assessore alle Politiche sociali sarà Francesca Danese, presidente Cesv. Il sindaco: "Siamo vicini al rimpasto"

francesca danese assessore al socialeDivorzio amaro tra l’ormai ex assessore alle Politiche Sociali di Roma, Rita Cutini, ed il sindaco Ignazio Marino. A pesare, probabilmente, è il caso Tor Sapienza, durante il quale il Pd romano «processò» l’assessore accusata di non aver attuato politiche adeguate sul sociale, problema che poi esplose nella rivolta anti-immigrati nel quartiere della periferia romana. Tanto che il suo è stato uno dei primi a finire nelle ipotesi del rimpasto di giunta rallentato poi dal terremoto scatenato dall’inchiesta su Mafia Capitale. Al suo posto il sindaco Marino ha scelto Francesca Danese, anche lei proveniente dal mondo del volontariato e già presidente del Cesv Lazio. Ed è proprio Marino a finire nelle critiche della Cutini, che accusa il primo cittadino di non averla appoggiata sugli aspetti fondamentali sui quali si era concentrata. «Il contrasto alle situazioni gestite in emergenza, l’azzeramento dei fuori bilancio del 2014, la scelta di procedure amministrative rigorose e non aggirabili (come lo Sprar) sono state il fondamento della mia azione – spiega l’ex assessore in una nota -. Il sindaco non ne ha fatto il perno della ricostruzione necessaria e per questo, pure ringraziandolo per l’offerta di coprire il ruolo di consulente per i problemi degli anziani a Roma – a conferma parziale del lavoro svolto – ho ritenuto di confermare le mie dimissioni». «Erano giorni che, in assenza di un progetto corale, chiaro, a partire dal sociale e dalla solidarietà sull’azione svolta dal mio Assessorato nelle difficoltà oggi chiare a tutti per un circolo di connivenze criminali, avevo preso la decisione di lasciare – continua -. Ho aspettato l’incontro con il sindaco per valutare se finalmente ci fossero nuove condizioni per rimanere. Ma non le ho ravvisate.» Ora però, sottolinea la Cutini, «il problema è far uscire Roma da questa emergenza. È ora di richiudere quelle maglie larghe che hanno generato spazi per il malaffare. Io continuo a farlo come lo ho sempre fatto». «Occorre rispondere con uno scatto di orgoglio, con un sussulto di coscienze, facendo quadrato attorno ai punti di resistenza all’illegalità – spiega -. E i fatti giudiziari mostrano che il lavoro che ho fatto di trasparenza e regolarità amministrativa è stato tale da costituire un muro ai tentativi delle organizzazioni criminali di ottenere incarichi illeciti».

È un addio polemico quello di Rita Cutini, assessore alle Politiche sociali in Campidoglio che gestì il caso Tor Sapienza. «È ora di richiudere le maglie larghe che hanno generato spazi per il malaffare – dice dopo che il sindaco Ignazio Marino le ha comunicato di volerla sostituire -. Il problema è far uscire Roma da questa emergenza». Cutini, finita nel mirino del Pd romano dopo i disordini di Tor Sapienza, lascia «perchè – dice – non ravviso più le condizioni per continuare. Domani in Giunta esordio del nuovo assessore Francesca Danese, che viene dal mondo cattolico: è presidente del Cesv Lazio, Centro Servizio per il Volontariato. Se Alfonso Sabella, il magistrato »cacciatore di mafiosi« arriva in Campidoglio come assessore, oggi è stata congedata la donna che gestì i giorni della rivolta in periferia contro il centro per rifugiati. E il rimpasto che farà nascere la giunta della legalità è ormai a buon punto. »Ha sempre lavorato per i più deboli, la stimo«, ha detto Ignazio Marino dopo un lungo colloquio con Cutini, nel quale l’ormai ex assessore ha declinato l’offerta ribadita ancora una volta dal sindaco, una delega alla famiglia e agli anziani. Con la Cutini sono quattro gli assessori già cambiati da Marino. Cinque se si aggiunge Daniele Ozzimo che si è dimesso dopo esser stato indagato nell’inchiesta Mafia Capitale. Daniela Morgante lasciò le deleghe al bilancio, sostituita da Silvia Scozzese. Poi arrivò l’addio di Flavia Barca, rimpiazzata alla cultura da Giovanna Marinelli. Una decina di giorni fa si è dimesso Luca Pancalli. E ora Cutini. L’avvicendamento, del resto scontato dopo il caso Tor Sapienza quando il Pd romano – non ancora commissariato – chiese esplicitamente la testa della Cutini, non è stato dunque indolore. Cutini non si è dimessa ma »dopo due ore di colloquio siamo arrivati alla decisione di concludere il rapporto di collaborazione«, spiega il primo cittadino. E il Campidoglio ha subito dato il nome del successore: Francesca Danese, un’altra donna e sempre di area cattolica. È infatti presidente del Cesv Lazio. Ora, occupata la casella del sociale e trovato il sigillo di legalità con Sabella che avrà la delega agli appalti e alla trasparenza, a Marino resta da decidere come sostituire l’assessore alla casa, visto che Ozzimo si è dovuto dimettere perchè indagato nell’inchiesta Mafia Capitale, accusato di essere a libro paga di Salvatore Buzzi, dominus delle coop sociali a Roma. Voci insistenti danno per certa l’entrata in giunta di Roberto Tricarico, fedelissimo del sindaco, e già assessore alla casa con Chiamparino a Torino: per Marino sarebbe anche l’occasione di rinsaldare la sua posizione politica in giunta dopo gli attacchi subiti dal Pd, con lo spettro addirittura delle urne, durante il caso Tor Sapienza e il Panda gate. Altro nome dato quasi per certo per la delega ai lavori pubblici è quello di Maurizio Pucci che ora cura i Grandi Eventi per il Campidoglio. Intanto in Campidoglio si lavora anche per fare pulizia: l’assessore al bilancio Silvia Scozzese avrebbe pronto l’elenco degli appalti sospetti, un centinaio, e il dossier sarà dato agli uomini dell’anticorruzione di Raffaele Cantone e ai commissari del Prefetto dopo che il Viminale ha disposto l’accesso agli atti. Una vera corsa, perchè nulla resti impunito e nell’ombra. E per allontanare lo scioglimento del Comune che non è solo un Comune ma è la Capitale. Oggi in un’intervista a Il Messaggero lo stesso prefetto Giuseppe Pecoraro sottolinea che si »vuole capire se esiste una continuità delle infiltrazioni mafiose tra la passata e l’attuale giunta: se troveremo ulteriori illeciti non potremo escludere alcuna ipotesi«.

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