Al Teatro Opera la meraviglia dello Schiaccianoci | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Al Teatro Opera la meraviglia dello Schiaccianoci

– Meraviglia e paura. Tra questi due estremi oscilla Lo schiaccianoci di Petr Il’ic Cajkovskij firmato dal coreografo Amedeo Amodio, che debutterà giovedì sera al Teatro dell’Opera di Roma, inaugurando ufficialmente la stagione del balletto 2014/2015. «Ci sono atmosfere contrastanti, a volte dolci a volte inquietanti nel mio allestimento – ha dichiarato in un’intervista all’ANSA – questo è possibile proprio perchè tutta la storia viene vissuta con gli occhi di una bambina che viaggia con la fantasia, una cosa che gli adulti non sanno più fare». Ispirandosi al racconto originale di E.T.A. Hoffmann, Amodio ha parlato per il suo spettacolo di «realismo magico», un immaginario fiabesco perfetto per accogliere le feste di Natale: per il pubblico suggestioni divertite e grottesche, rese sul palco grazie alle scene e ai costumi di Emanuele Luzzati, e alle melodie celeberrime eseguite dall’orchestra diretta per l’occasione da Nir Kabaretti. E che sia un classico di Natale si capisce dalla presenza massiccia di quest’opera nei cartelloni dei teatri italiani. Triplo debutto de Lo Schiaccianoci proprio il 18 dicembre non soltanto al Costanzi, ma anche alla Scala di Milano (con Roberto Bolle e le coreografie di Nacho Duato) e al Teatro Comunale di Bolzano (con il Ballet du Grand Thètre de Genève, coreografie di Jeroen Verbruggen), mentre il 30 sarà la volta dell’Auditorium Conciliazione di Roma (Balletto di Roma con Andrè De La Roche, coreografie Mario Piazza) e del San Carlo di Napoli (coreografie di Alessandra Panzavolta da Marius Petipa e Lev Ivanov). Una scelta condivisa da nord a sud quindi, segno evidente del fatto che questo capolavoro della storia del balletto conserva un posto speciale nel cuore del pubblico, restando immutabile come se fosse immune all’invecchiamento. Ecco perchè Amodio ha deciso in questa nuova avventura scenica di non variare sostanzialmente nulla rispetto all’allestimento realizzato sempre all’Opera di Roma nel 1997: «Credo che il mio Schiaccianoci sia ancora in grado di viaggiare bene – ha dichiarato – non ho cambiato idea sull’impostazione che scelsi anni fa, ho solo fatto le consuete modifiche che fanno quando cambiano gli interpreti». E, parlando di interpreti, che si alterneranno nelle repliche previste fino al 4 gennaio (in programma anche una rappresentazione nella mattinata del 24 dicembre), il coreografo può pregiarsi per il suo lavoro di ballerini eccellenti: da Gaia Straccamore con Claudio Cocino ad Alessia Gay con Alessio Rezza, fino agli ospiti internazionali Ashley Bouder (Principal Dancer del New York City Ballet), Maria Yakovleva (First Soloist della Wiener Staatsoper), Rezart Stafa (Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanescu). «Abbiamo talenti incredibilmente preziosi in Italia – ha sottolineato Amodio – dobbiamo riuscire a trattenerli qui: chi dirige gli enti lirici dovrebbe avere più cura, sensibilità e amore, conoscere il teatro e guardare al futuro». Un futuro che secondo il coreografo passa senza dubbio da un corpo di ballo composto da danzatori assunti in modo stabile: «è nell’arco di almeno quattro anni che una compagnia può raggiungere un livello adeguato, e un determinato repertorio: per questo serve investire in un progetto duraturo, ma qui si agisce solo pensando all’immediato», ha spiegato. «I ballerini si sentono trascurati e si lamentano – ha aggiunto – nessuno però pensa mai a quanto la danza sia un’arte cattiva: quando si è maturi artisticamente il fisico non corrisponde più, la brillantezza del gesto svanisce». «La danza si consuma in soli venti anni – ha concluso – e pone il corpo, che è uno strumento difficilissimo, in contraddizione con la mente».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login