Mafia capitale, 100 milioni sequestrati a Guarnera. Finanza: "Imprese coinvolte nell'emergenza casa" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, 100 milioni sequestrati a Guarnera. Finanza: “Imprese coinvolte nell’emergenza casa”

Il sindaco Marino se la prende con le intercettazioni pettegolezzo che coinvolgono Maurizio Pucci, candidato ai Lavori pubblici. Nella notte, a Sacrofano - dove viveva Carminati - , manifesti contro la fiaccolata per dire no alla criminalità

Giornata dura per il braccio imprenditoriale di Mafia Capitale. Il Tribunale del Riesame ha confermato il carcere e l’aggravante mafiosa per Salvatore Buzzi, capo delle cooperative sociali, e l’inchiesta è tornata a colpire i patrimoni. Beni per 100 milioni sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza a Cristiano Guarnera, imprenditore edile arrestato e considerato uomo di fiducia di Massimo Carminati. È stato invece scarcerato l’ex Ad di Eur Spa Riccardo Mancini, un tempo molto vicino a Gianni Alemanno, ritenuto a disposizione del clan. Il primo colpo degli avvocati. Il ministro dell’Interno Alfano ha difeso l’inchiesta: «È fondata la configurazione del 416 bis – dice -. Come se qualcuno potesse ancora pensare che l’organizzazione mafiosa sia un club con sede a Corleone e con uomini con la coppola». «Il ‘mondo di mezzò è mafia – dice il presidente del Senato Piero Grasso, e magistrato – le mafie sono cambiate: il volto violento e brutale della criminalità organizzata non è il pericolo maggiore». E infatti si era evoluto, il 41/enne romano Guarnera. «Da imprenditore colluso a imprenditore mafioso», secondo la Finanza. Si era «affiliato al gruppo criminale, divenendo parte integrante dell’associazione stessa – scrivono le Fiamme Gialle -, mettendo a disposizione dell’organizzazione le proprie imprese edili». E ‘il Cecatò gli aveva esposto la teoria del ‘Mondo di Mezzò. Il sequestro riguarda tra l’altro quote societarie, 178 immobili e tre terreni, barche, auto e moto. Alcune delle imprese «grazie all’intervento di Carminati venivano coinvolte per il soddisfacimento delle esigenze connesse al piano di ‘emergenza abitativà – secondo la Finanza -, promosso dall’amministrazione capitolina, nel quale, grazie alla capacità di penetrazione del sodalizio mafioso, erano da tempo inserite le cooperative di Buzzi». Per Buzzi il Riesame ha confermato carcere e 416 bis, l’associazione mafiosa. Scarcerato invece Mancini, già fedelissimo del sindaco di Roma Alemanno. Per i giudici non sussistono i presupposti per mantenere la misura cautelare. Di «insussistenza degli elementi a carico dell’ingegner Mancini» parla il suo legale Luciano Moneta Caglio: «Il suo ruolo è diverso da quello delineato dal Gip». «Sia vittima che compartecipe», osserva una fonte investigativa. Resta in carcere anche Giovanni De Carlo, presunto boss rampante legato a Carminati ma anche a Cosa Nostra siciliana. Per altri nove indagati confermati gli arresti, in certi casi ai domiciliari. Tra loro l’imprenditore Agostino Gaglianone, i collaboratori di Buzzi, Carlo Maria Guarany, Claudio Caldarelli e Paolo Di Ninno. Va invece ai domiciliari Giovanni Fiscon, ex direttore generale della municipalizzata dei rifiuti Ama. Nell’altra inchiesta sull’omicidio di Silvio Fanella, cassiere di Gennaro Mokbel, il presunto mandante del sequestro finito in delitto, Manlio Denaro, ha respinto le accuse con il Gip. Come Carlo Casoli, presunto basista. Non ha invece risposto l’altro complice Gabriele Donnini. Infine a Sacrofano, nord di Roma, dove viveva ed è stato arrestato Carminati, centinaia in piazza stasera contro la mafia. Preceduti da manifesti anonimi derisori. Un segnale «mafioso», secondo gli investigatori.

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