Mafia capitale, per il procuratore Pignatone "nessuna barriera dal mondo di sopra" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, per il procuratore Giuseppe Pignatone “nessuna barriera dal mondo di sopra”

L'ex prefetto di Roma, Mario Morcone, si difende dalle accuse perché tirato in ballo dalle intercettazioni delle inchiesta: "Mai favori da Odevaine"

Mafia Capitale «non sembra aver incontrato particolari barriere allo scambio con il ‘mondo di soprà, ben dotato di denaro (non suo, peraltro, ma pubblico, cioè nostro) e, in alcuni suoi esponenti, disponibile a spalancare le porte al ‘mondo di sottò per moltiplicare i profitti». Così il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone in un’intervista al Sole 24 Ore. «Un effetto indotto dall’azione repressiva dovrebbe essere quello di creare spazi di libertà (politica, economica, imprenditoriale) e nuove opportunità di iniziativa per le forze della società civile che vogliano impegnarsi, ma che trovano – afferma Pignatone – Fenomeni di questo tipo non possono essere debellati solo con gli strumenti del processo penale. Cadono le braccia a terra pensando alle vicende milanesi e veneziane con il ritorno sulla scena, dopo vent’anni, di uomini e imprese già condannati durante la stagione di Tangentopoli. In altri termini: le buone regole sono importanti, ma in ultima analisi sono sempre le persone, non soltanto le regole, a fare la differenza». Il procuratore si sofferma sulla situazione di Roma: «Sotto il profilo criminale, non è la mafia la prima emergenza della città. Ma da cittadino, sarei altrettanto allarmato dal fatto che corruzione, criminalità economica ed evasione fiscale sono a livelli di guardia». Pignatone cita il caso del maxi-riciclaggio scoperto verso la Cina: «Se questi fenomeni si intrecciano con quello mafioso, il pericolo aumenta in modo esponenziale». L’attività di contrasto sarà rafforzata anche con il contributo dell’Autorità Anticorruzione. «Con il presidente Cantone – dice Pignatone – è già iniziata una positiva collaborazione».

– «Non è possibile buttare fango su persone solo perchè due malavitosi parlano tra di loro e riferiscono cose su cui non c’è fondatezza, come nel mio caso: perchè io per Odevaine non ho mai mosso un dito». Così l’ex prefetto di Roma Mario Morcone, tirato in ballo in un’intercettazione tra Luca Odevaine e Mario Schina, in un’intervista a Repubblica. Morcone racconta di aver conosciuto Odevaine nel 2008. «Lui era una persona ritenuta da tutti perbene. Anche per me sapere che si trattava di un delinquente è stata un’amarissima sorpresa». Ora capo del Dipartimento immigrazione del Viminale, Morcone conferma di aver incontrato Odevaide il 17 giugno del 2014: «Mi venne a trovare per farmi gli auguri per il nuovo incarico. Mi ha parlato della situazione immigrati e della difficoltà della loro collocazione». Le ha chiesto favori per il business degli immigrati? «È possibile, ma non lo ricordo, che mi abbia prospettato delle situazioni, ma comunque era perfettamente inutile». Quanto allo stage per il figlio, Morcone nega di aver chiesto a Odevaine di prenderlo nella sua Fondazione: «Assolutamente no. Dissi a Odevaine che mio figlio si stava per laureare e se aveva consigli da darmi per dove fargli fare uno stage. Lui mi disse: ‘Non ti preoccupare, glielo facciamo fare da noì. Poi – continua il prefetto – mio figlio non si è laureato, lo stage quindi non l’ha fatto. Insomma quello che sui giornali è passata come uno scambio di favori, era una cosa a titolo gratuito».

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