San Pietro, imprenditore sulla cupola: rinviato a giudizio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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San Pietro, imprenditore sulla cupola: rinviato a giudizio

L’ultimo blitz sulla basilica di San Pietro, il quinto in pochi anni, questa volta rischia di costargli caro. Marcello Di Finizio, l’imprenditore triestino ormai celebre per le sue proteste in cima alla cupola o sulla facciata della basilica, verrà rinviato a giudizio dal promotore di giustizia Vaticano a pochi giorni dall’ultima «scalata», questa volta sul timpano che sovrasta il loggione dal quale, in occasione dell’elezione dei nuovi papi, viene proclamato il successore di San Pietro. Il tribunale della Santa Sede contesta all’imprenditore la reiterazione del reato, nonostante le numerose diffide della questura di Roma ad avvicinarsi alla Capitale. Non è la prima volta che Di Finizio ha a che fare con la giustizia vaticana. Già lo scorso aprile, al termine del quarto blitz sulla cupola michelangiolesca, venne trattenuto per una notte in una cella della gendarmeria vaticana. In quell’occasione ne fu convalidato l’arresto, seppure con la remissione in libertà. Il magistrato intimò comunque a Di Finizio di non avvicinarsi alla basilica papale, avvertimento puntualmente disatteso lo scorso 21 dicembre, quando l’imprenditore salì sulla facciata dalla basilica. Di Finizio, titolare di un noto locale sul lungomare di Trieste, manifesta ormai da anni contro la direttiva comunitaria Bolkestein che impone la messa all’asta delle concessioni demaniali a partire dal 2016. Una legge che – secondo lui – sarebbe stata la causa della perdita del suo lavoro e poi anche della casa. Tutto ebbe inizio nel 2008, quando la sua «Voce della Luna» venne incendiato. Da allora la vita dell’ imprenditore cambiò radicalmente con la chiusura del locale e i conseguenti problemi economici. Nel 2012 occupò per tre giorni lo storico pontone-gru «Ursus», nel Porto Vecchio di Trieste. Protesta bissata a maggio dello scorso anno, quando vi rimase per 80 giorni. Poi, ancora nel 2012 e nel 2013, mise a segno tre blitz sulla cupola di San Pietro, sempre con lo stesso stratagemma, mimetizzandosi tra le centinaia di turisti che ogni giorno salgono sulla basilica per ammirare la Capitale dall’alto. Prima del blitz di dicembre scorso, Di Finizio riuscì di nuovo a salire sul «cupolone» a marzo, quando vi rimase per 48 ore. Intanto sul web amici e sostenitori della protesta dell’imprenditore lanciano un appello virtuale a papa Francesco «ultima speranza per sconfiggere questi criminali senza scrupoli».

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