Mafia capitale, attentato incendiario negli uffici Pd di Coratti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, attentato negli uffici di Coratti: “Rabbia sociale”. Pd: “Inquietante avvertimento”

L'ex presidente dell'Assemblea capitolina è indagato e autosospeso dal Partito. Per gli abitanti l'ordigno sarebbe stato lanciato da una finestra del bagno

– Un boato e la forte esplosione che ha mandato in frantumi i vetri delle finestre, le pareti interne e divelto la serranda. Attentato incendiario la scorsa notte a Roma, intorno alle 3, nell’ufficio politico di Mirko Coratti, consigliere comunale ed ex presidente dell’Assemblea Capitolina indagato per corruzione aggravata nell’inchiesta su Mafia Capitale e autosospeso dal Pd. Un locale utilizzato in passato come sede del Comitato elettorale e anche per le primarie del Partito democratico tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi. Nessuno fortunatamente è rimasto ferito, ma l’ufficio di via della Bufalotta, alla periferia di Roma, è stato distrutto. Danneggiati anche il bar e un Caf confinanti, che hanno subito lesioni alle pareti, e alcune auto in sosta davanti all’entrata. All’interno del locale, che si trova in un edificio di un unico piano, sono state trovate tracce di liquido infiammabile. L’ipotesi è che i responsabili siano passati dal cortile posteriore e attraverso la finestra del bagno abbiano versato all’interno la sostanza infiammabile che con i vapori ha generato l’esplosione. «Ferma condanna» nei confronti dell’attentato, «che si inserisce in un clima inquietante qui a Roma» arriva dal commissario del Pd capitolino Matteo Orfini che si è recato sul posto e spera «che le forze ordine individuino al più presto sia i responsabili sia le ragione di questo gesto». Al momento non si esclude nessuna pista per risalire alla matrice del gesto: dall’avvertimento a un’azione eclatante contro uno dei politici tirati in ballo nello scandalo emerso con l’operazione Mondo di Mezzo. Un’ipotesi presa in considerazione dallo stesso Coratti che ha sporto denuncia ai carabinieri. «Seppur indagato, ma non per associazione mafiosa, il linciaggio mediatico che ho subìto in questi giorni mi ha esposto ingiustamente ad una ‘pubblica condannà – ha detto nel pomeriggio -. Ed è chiaro che il mix esplosivo di disinformazione, antipolitica e rabbia sociale possa causare eventi del genere». Al vaglio degli investigatori ci sono anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona che potrebbero aver ripreso i responsabili prima o dopo l’esplosione. Intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda per incendio doloso. I magistrati attendono una relazione dei vigili del fuoco e le prime risultanze degli accertamenti dei carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci e della compagnia Montesacro. Stamattina davanti al locale si sono radunati abitanti e commercianti. «È da tempo che dicevamo di togliere l’insegna ‘Ufficio politico Corattì. Temevamo che dopo tutto lo scandalo ci potessero essere ritorsioni» hanno detto alcuni iscritti al Pd. Mentre una residente dello stabile accanto ha raccontato: «Intorno alle due della scorsa notte ho sentito due uomini che parlavano sul retro e i miei cani hanno iniziato ad abbaiare, ma non mi sono preoccupata». «Mi sembra un avvertimento da parte di qualcuno che ha paura. Come per dire ‘Difenditi ma non parlare» ha commentato il consigliere Pd del Municipio III, Fabio Dionisi. Per la consigliera municipale Pd Francesca Leoncini: «È un episodio che semina insicurezza in tutto il quartiere».

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