Eurolat, pm: "Le aziende erano a rischio, condannare Cragnotti a 9 anni" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Eurolat, pm: “Le aziende erano a rischio, condannare Cragnotti a 9 anni”

«Cesare Geronzi e Sergio Cragnotti sono colpevoli di concorso in bancarotta e quindi chiedo che vengano condannati a 9 anni di reclusione». È quanto chiesto dal pm Paola Filippi al termine della requisitoria nel processo per l’operazione Eurolat, gruppo «latte» della Cirio. Con l’ex presidente della Banca di Roma e l’ex patron della Cirio, la Procura ha sollecitato una condanna a cinque anni di reclusione anche per l’avvocato Riccardo Bianchini Riccardi, ex componente del cda della società agroalimentare. Il processo riguarda l’operazione che portò nel 1999 alla acquisizione da parte della Parmalat del ramo lattiero-caseario di Cirio, a un prezzo, giudicato incongruo della procura, di 829 miliardi di vecchie lire. Nel corso della requisitoria il pm ha negato le attenuanti generiche per Geronzi e Cragnotti «per la gravità dei fatti e per il ruolo rivestito nella vicenda». Per l’accusa «Geronzi era a contatto diretto con i debitori principali di questa vicenda: Calisto Tanzi e Cragnotti all’epoca rappresentavano le multinazionali italiane che pensavamo eterne ma in realtà – ha aggiunto il pm – erano già alle prese con una situazione di rischio. Geronzi faceva il bello e cattivo tempo con i due imprenditori». Cragnotti, dal canto suo, «era il beneficiario dell’operazione: voleva dare via Eurolat e costringere Tanzi a quel prezzo e nel minor tempo possibile». Gli imputati sono accusati di estorsione aggravata in quanto Geronzi, «che agiva – si legge nel capo di imputazione – come parte sostanziale della trattativa pur apparendo formalmente solo come ‘garante della riservatezzà, Cragnotti, quale ad di Cirio, e Bianchini Riccardi, quale componente del Cda di Cirio, si procuravano l’ingiusto profitto derivante dalla corresponsione dalla Parmalat spa di almeno 200 miliardi di lire oltre al valore effettivo della Eurolat spa, che venivano utilizzati per il pagamento dei crediti che la Banca di Roma vantava nei confronti delle società del gruppo Cirio». Ai tre imputati sono contestati anche reati di bancarotta distrattiva ai danni del gruppo Parmalat: si tratta della «distrazione patrimoniale consistita nell’acquisto della società Eurolat srl al prezzo incongruo di 829 miliardi di lire, superiore di 200 miliardi di lire».(

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