Terrorismo, controlli sui viaggi degli indagati. Fiumicino nel panico per un falso allarme bomba | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Terrorismo, controlli sui viaggi degli indagati. Falso allarme bomba a Fiumicino: indagato un passeggero, ripartito l’aereo

Gli inquirenti stanno indagando per capire se l'allerta è scattata in seguito alla denuncia dell'uomo o dai passeggeri che avrebbero scambiato un contapassi per un ordigno

Accertare se ci siano stati contatti con esperti del terrore, anche per un eventuale addestramento. È questa una delle priorità di inquirenti ed investigatori romani impegnati nell’inchiesta, ma i fascicoli sono diversi, su almeno una decina di stranieri residenti nel nostro Paese sospettati di avere legami con la Jihad islamica. Per questo motivo, oltre all’analisi di contatti via web e con eventuali intermediari-reclutatori presenti in Italia o in altri paesi europei, la lente di ingrandimento di magistrati e carabinieri del Ros si sta focalizzando sui viaggi all’estero di alcuni degli indagati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo. In particolare, si sta cercando di ricostruire destinazioni, percorsi seguiti ed incontri. Un lavoro complesso, tenuto conto che si tratterrebbe di «lupi solitari», non inquadrati in organizzazioni, e delle difficoltà a mettere insieme quindi tutte le tessere del mosaico. I soggetti finiti nel mirino della procura di Roma sono tutti immigrati originari di zone che vanno dal Maghreb – in particolare Marocco – al Medio Oriente (Siria, Iraq, Iran). Gli inquirenti di piazzale Clodio impegnati nelle indagini sono quattro: ognuno con una competenza specifica e per singoli episodi. Fascicoli aperti da diverso tempo sulla base di quel continuo monitoraggio che contraddistingue ambienti ipoteticamente in fermento, anche se ritenuti «dormienti» e quindi scollegati dai recenti fatti di sangue avvenuti in varie parti del mondo. Non sono mancati contatti e scambi di informazioni dei pm capitolini con i colleghi di altre procure, specie del Nord, impegnati in analoghi accertamenti. A giorni dovrebbe tenersi a piazzale Clodio un vertice dei pm e del Ros con il procuratore Giuseppe Pignatone e l’aggiunto Giancarlo Capaldo per fare un punto della situazione. Indagini, quelle in corso a Roma ed in altre città, che hanno quasi certamente contribuito a far maturare il proposito di una Procura nazionale antiterrorismo da collocare presso la Direzione nazionale antimafia. Ma l’allerta dopo i tragici fatti di Parigi, soprattutto nella Capitale, resta alta. Sono stati potenziati i dispositivi adottati per la sicurezza degli obiettivi sensibili. Tra questi il Ghetto e la scuola ebraica, le ambasciate, i monumenti ed i luoghi culto. Inoltre oggi la Questura ha raccomandato la ‘blindaturà degli ingressi delle redazioni giornalistiche attraverso la collocazione di metal detector e circuiti di videosorveglianza collegati con le sale operative di polizia e carabinieri.

Un presunto allarme bomba sul volo della compagnia «Niki» diretto a Vienna ha fatto scattare questa sera all’aeroporto di Fiumicino le procedure antiterrorismo e scrupolosi controlli di sicurezza, che hanno portato anche al blocco di un passeggero, un ingegnere sloveno, per verifiche. L’allarme è scattato alle 19.52 ed è rientrato solo alle 23.10, con l’esito negativo di tutte i controlli sull’aereo, che aveva imbarcato 82 passeggeri e 6 membri di equipaggio, ed i bagagli: secondo una prima ricostruzione, che potrebbe far presumere un malinteso, alcuni passeggeri avrebbero notato presunti atteggiamenti sospetti dello sloveno visto giocherellare con un contapassi. I passeggeri avrebbero chiesto cosa fosse e l’uomo gli avrebbe risposto, forse scherzando, che «era un congegno per far saltare gli aerei». A quel punto i passeggeri avrebbero avvisato il comandante che ha arrestato la procedura di partenza ed ha avvisato la torre di controllo. È scattato quindi il dispositivo di sicurezza e gli agenti della polaria hanno circondato il velivolo, isolato alla testata della pista 2, ed una volta a bordo hanno individuato e bloccato l’uomo, che non ha opposto problemi, e lo hanno preso in consegna per essere portato negli uffici di polizia giudiziaria per essere sentito a verbale. Gli altri 81 passeggeri sono stati fatti scendere per consentire i controlli di sicurezza appropriati a bordo ed in stiva con gli artificieri. I passeggeri sono stati poi condotti in un canale di sicurezza per ulteriori riscontri e per le verifiche incrociate con i propri bagagli. Ripartiranno domani mattina ma alcuni hanno già fatto sapere di voler rinunciare al viaggio. Il cittadino sloveno rimane – si è appreso – a disposizione della polizia e non è escluso possa incorrere in una denuncia per procurato allarme. Come conseguenza delle procedure di sicurezza in pista, ci sono stati dei forti rallentamenti al traffico aereo all’aeroporto di Fiumicino, sia in partenza che in arrivo: tre voli, previsti in arrivo a Fiumicino, sono stati fatti atterrare allo scalo di Ciampino. – È stato denunciato per procurato allarme il passeggero sloveno di 48 anni che ieri sera ha fatto scattare l’allarme bomba sul un volo della compagnia «Niki» in partenza da Fiumicino e diretto a Vienna. L’uomo era stato immediatamente bloccato dalla polaria e accompagnato negli uffici di polizia per accertamenti. Le verifiche sui bagagli in stiva, dove era stato segnalato l’ordigno, hanno dato esito negativo.

– A far chiarezza sul falso allarme e sul comportamento dell’ingegnere sloveno sarà ora la Procura della Repubblica di Civitavecchia. Intanto l’Airbus A320 della «Niki» è decollato questa mattina poco prima delle 9.30 dal Leonardo da Vinci per l’Austria. Dopo aver passato la notte in un albergo della capitale per smaltire il forte stato di stress accumulato per la tensione, i passeggeri hanno quindi ripreso il viaggio questa mattina. Cinque però, sugli 82 che si erano imbarcati ieri, hanno rinunciato a partire forse per paura.

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