San Camillo, gli atti sull'interruzione dell'ossigeno in procura | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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San Camillo, gli atti sull’interruzione dell’ossigeno in procura: si indaga per danneggiamento

-Ora non è più solo una ipotesi tecnica, ma potrebbe essere la linea di indagine della magistratura: la valvola dell’impianto di distribuzione dell’ossigeno dell’ospedale San Camillo di Roma, lunedì nel tardo pomeriggio, non si è staccata per caso. Lo ha fatto qualcuno, rischiando di lasciare letteralmente senz’aria dieci pazienti del reparto di terapia intensiva. La Procura di Roma sta procedendo infatti per il reato di danneggiamento aggravato, e il procuratore capo Giuseppe Pignatone ha affidato gli accertamenti al sostituto Silvia Sereni, che ora procederà nelle indagini ascoltando una serie di soggetti tra cui il responsabile degli impianti dell’ospedale. Potrebbe essere affidata una consulenza, mentre già ieri sono stati depositati in procura gli esiti delle prime verifiche svolte nella struttura di Monteverde: i carabinieri hanno già effettuato diversi sopralluoghi. Ma chi potrebbe essere stato? Una vendetta, una rivalsa, un dissidio legato a questioni interne all’ospedale? Scenari che però suonano inaccettabili alle orecchie del direttore generale Antonio D’Urso: sebbene anche nella relazione interna quella del dolo è qualcosa in più di una possibilità, è difficile per il dirigente poter credere che qualcuno possa prendersela con i malati. Del resto l’atmosfera interna all’ospedale, spiegava dopo un incontro con i sindacati, «è serena», senza «segnali di squilibri più gravi rispetto a quelli di una normale dialettica d’azienda». Certo è che il tubo dell’ossigeno, quantomeno in quel tratto, non è sorvegliato da telecamere. Si trova in un tunnel tra i padiglioni Lancisi e Morgagni. Ai tunnel si accede attraverso porte che lunedì sera, quando il calo del livello di ossigeno ha fatto scattare le misure di sicurezza, non apparivano forzate. Però il tubo è visibile anche dall’esterno, ma bisogna saperlo riconoscere, bisogna sapere dove mettere le mani per danneggiarlo, si rifletteva in ospedale. Chi ha continuo accesso all’impianto è invece la ditta che si occupa della manutenzione, data l’importanza e la delicatezza dell’impianto, il monitoraggio è quotidiano. L’intervento di lunedì, a quanto si è appreso, era stato attorno alle 15, e il calo dell’ossigeno è avvenuto alle 19,20. Le misure d’emergenza hanno permesso di non far subire eccessivi disagi ai pazienti, ma ciò non toglie che le conseguenze del presunto sabotaggio potevano essere drammatiche: «Poteva essere una tragedia – ha detto senza mezzi termini il governatore del Lazio Nicola Zingaretti – se non è stato così è solo grazie all’abnegazione del personale del San Camillo, che voglio ancora ringraziare».

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