Fiera di Roma, i creditori temono la paralisi: "Il consiglio sblocchi l'iter" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Fiera di Roma, i creditori temono la paralisi: “Il consiglio sblocchi l’iter”

– Timori fra i creditori della Fiera di Roma per una possibile paralisi a causa dei circa 200 milioni di euro di debiti e dalla mancanza della delibera del consiglio comunale che sbloccherebbe la cessione dei terreni. Il rischio è che la Capitale resti senza un polo fieristico. Secondo fonti dei creditori la decisione del sindaco Ignazio Marino, presa prima di Natale, di cedere le quote della società Investimenti spa rischia di rimanere lettera morta a causa delle sue difficili condizioni. È necessario per questo, spiegano le fonti, che dopo 8 anni il Consiglio deliberi l’iter urbanistico che renderebbe possibile la vendita di terreni dei quali il Comune è proprietario, consentendo quindi di ridurre il debito. «Il carico del debito, fornito proprio a condizione del completamento di questo iter e della valorizzazione degli asset, ha indebolito la società» spiegano le fonti. La società Investimenti spa vede come azionisti la Camera di Commercio di Roma (58,538%), Roma Capitale (21,762%), Regione Lazio (9,800%) e Sviluppo Lazio (9,800%). A oggi ha un debito di circa 200 milioni derivante dalla realizzazione della nuova Fiera di Roma di cui circa 20 con i fornitori.In particolare, secondo la ricostruzione dei creditori, prima di Natale l’assemblea della società Nuova Fiera di Roma Spa aveva dato mandato all’ad Mannocchi di presentare entro 20 giorni un piano di ristrutturazione della società, a oggi indebitata per circa 20 milioni principalmente con i fornitori e che non sta pagando i propri debiti. La risposta di Mannocchi è stata l’intenzione di presentare al tribunale fallimentare la richiesta di concordato in bianco. Il concordato in bianco consentirebbe a Fiera di Roma di avere altri 6 mesi (più 3) per cercare di strutturare un piano di risanamento. Nel frattempo, «a causa della linea di immobilismo del comune su un asseti di sua proprietà e quindi su un patrimonio dei cittadini e della città, le attività della Fiera sono a rischio e la società continua a perdere valore e a pagare interessi inutili alle banche che l’hanno tenuta in vita fino ad oggi, provocando anche un danno erariale» denunciano le fonti. Negli anni, si rammenta, la Camera di commercio ha fornito supporto finanziario a Investimenti Spa a differenza del Comune , divenendo in questo modo azionista maggioritario. «Il nuovo ad Carlo Paris dovrebbe cercare di risanare la società e valorizzarne gli asset. Impresa assai ardua» visto che « tre diversi progetti di variante urbanistica sono rimasti impantanati in Consiglio comunale».

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