Mafia capitale, Riesame: "Buzzi un pericolo per le istituzioni, corruzione in tutti gli appalti Ama" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Mafia capitale, Riesame: “Buzzi un pericolo per le istituzioni, corruzione in tutti gli appalti Ama”

Per i giudici Riccardo Mancini, ex ad di Eur spa, "non è fedele alla funzione pubblica ma non è un sodale dell'organizzazione guidata da Carminati e dal re delle coop rosse, che facevano "affari d'oro con la giunta Alemanno"

– La Mafia di Roma e la grande torta degli appalti milionari in Ama, l’azienda si occupa di rifiuti e non solo. Un boccone ghiotto al punto che la municipalizzata era diventata terreno di conquista per il clan guidato da Massimo Carminati. I giudici del tribunale del Riesame scrivono, senza mezzi termini, che «nell’Ama il fenomeno corruttivo ha raggiunto la massima espressione inquinando tutte le gare di appalto». Tutte le gare erano «truccate» e il gran cerimoniere era Salvatore Buzzi, dominus delle coop romane, personaggio che rappresenta «una minaccia per le istituzioni». Il suo impero maturato nel terzo settore, per i giudici fa affari d’oro «con la giunta Alemanno» e «nel giro di due anni il fatturato delle coop passa da 25 a 60 milioni». Affari, rilevano i giudici, fatti «anche grazie al ruolo svolto da Massimo Carminati che con quei personaggi aveva dimestichezza perchè provenienti dalla sua stessa area politica». Questo il quadro descritto nelle 140 pagine del provvedimento con cui il collegio presieduto da Bruno Azzolini ha tra l’altro confermato la custodia in carcere, con l’aggravante mafiosa per Salvatore Buzzi, Giovanni De Carlo ed altri nove indagati, disponendo la scarcerazione di Riccardo Mancini, ex ad dell’Ente Eur. Questi, tuttavia, resta indagato dalla procura per la stessa accusa contestata a Massimo Carminati, allo stesso Buzzi e ad altri indagati. Secondo quanto affermano i magistrati, le infiltrazioni di Mafia Capitale all’Ama erano arrivate al punto che l’ente «piuttosto che improntare la propria attività a criteri di imparzialità e buon andamento della Pa, ha intrattenuto con le cooperative di Buzzi rapporti basati sulla corruzione». I giudici del tribunale della libertà definiscono Buzzi «una concreta minaccia per le istituzioni», «pericoloso per la società a tutti i livelli»: «la sua capacità di infiltrazione – affermano – nel settore politico-imprenditoriale-economico attraverso la complicità di Carminati, del quale sfrutta la pregressa fama criminale e utilizzando la corruzione dei pubblici funzionari è palese e costituisce una concreta minaccia per le istituzioni». Per questo per i magistrati «Buzzi dimostra il fallimento della funzione rieducativa della pena: pur essendo stato condannato nei primi anni ’80 per omicidio volontario e pur avendo beneficiato di misure alternative e della grazia è tornato a delinquere manifestando la propria insensibilità al precedente intervento dell’autorità giudiziaria». L’uomo delle cooperative «è determinato a fare affari in ogni campo arrivando anche a sfruttare a vantaggio proprio e dell’associazione le drammatiche vicenda dei migranti e dei richiedenti asilo». Nel provvedimento viene citata anche la posizione dell’ex ad dell’Ente Eur, Riccardo Mancini che dal Riesame è stato scarcerato. Si tratta di «un funzionario corrotto, ma non sembra possa essere affermato che egli faccia parte dell’associazione criminale». E anche dell’ex dg di Ama Fiscon, ai domiciliari, si annota che «sussistono dubbi in ordine al riconoscimento dell’aggravante della mafiosità con riferimento della quale non emergono indizi univoci in ordine alla coscienza di agevolare l’associazione».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login