Quirinale: centrodestra diviso sul delegato, M5s lancia Perilli | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Quirinale: centrodestra diviso sul delegato, M5s lancia Perilli

Potrebbe essere decisiva una riunione di domattina del gruppo di Forza Italia per determinare chi sarà il delegato di opposizione del Consiglio regionale del Lazio per l’elezione del presidente della Repubblica. Per la maggioranza, infatti, così come da prassi, i delegati saranno con ogni probabilità il presidente del Consiglio Daniele Leodori e il presidente della Giunta Nicola Zingaretti, entrambi del Pd. Ma è per l’opposizione che si pone il problema. Il Napolitano Bis fu votato da Mario Abbruzzese, forzista ciociaro, presidente dell’Assemblea nella legislatura passata. Ma questa volta sulla scelta del delegato non sembra esserci accordo. Esiste da parte di Forza Italia la volontà di essere decisiva nella scelta, sembra per indicazioni di ordine nazionale. Al punto di arrivare a imporre un veto su Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale, leader de La Destra, recentemente condannato proprio per vilipendio al Capo dello Stato: a rivelarlo è stato il diretto interessato. La volontà di FI, però, sembrerebbe quella di mantenere ‘azzurro purò il delegato d’opposizione, evitando dunque anche di votare un candidato Ncd, partito che in Parlamento è al governo con il premier Matteo Renzi. Ma d’altronde c’è il rischio numeri alla mano, se il centrodestra non si compatta, di aprire la strada al più nutrito gruppo di minoranza, ovvero il M5s, che oggi ha ufficializzato la candidatura di Gianluca Perilli. Attuale capogruppo, ha lanciato oggi un appello «a tutti quei consiglieri delle altre forze politiche che, liberi dal giogo degli ordini di scuderia vogliono appoggiare in autonomia, disinteressatamente e per spirito democratico la nostra candidatura». Un tentativo di spezzare il fronte, già incerto, del centrodestra. Il criterio del numero di preferenze alle ultime Regionali, che potrebbe tagliare la testa al toro non è però di grande aiuto: primo degli eletti è stato infatti l’ex capogruppo FI Luca Gramazio, coinvolto nell’indagine Mafia Capitale, sottolinea qualcuno. A seguire c’è l’Ncd Giuseppe Cangemi. Dietro di lui, per un pugno di voti, Mario Abbruzzese. C’è poi il pontino Giuseppe Simeone, che è anche consigliere segretario dell’Aula, seguito dal capogruppo Ncd Pietro Di Paolo. Una bella gatta da pelare per il neocapogruppo forzista Antonello Aurigemma, tanto da far sospettare a qualcuno perfino uno slittamento in avanti del voto. Storace intanto commenta sarcastico: «È solo un anticipo del sangue che scorrerà nelle Aule dei Consigli regionali se dovesse andare in porto l’insensata riforma del Senato voluta da Renzi e accettata da Berlusconi. Nelle assemblee regionali verranno alle mani». E chissà se alla fine non si tornerà a bussare all’ex governatore. Per lui è scesa in campo la leader di Fdi Giorgia Meloni: «Solidarietà a Storace a cui Forza Italia nega la possibilità di votare il presidente della Repubblica per la condanna per vilipendio».

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