Nozze gay, la procura apre un fascicolo sulle trascrizioni volute da Marino: nessun indagato | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Nozze gay, la procura apre un fascicolo sulle trascrizioni volute da Marino: nessun indagato

Inchiesta avviata dopo una serie di denunce presentate da associazioni cattoliche come I Giuristi per la Vita e la Pro Vita

Un fascicolo di indagine è stato aperto dalla Procura di Roma in relazione alla mancata cancellazione da parte del Comune delle nozze gay, celebrate all’estero e trascritte nei registri dell’anagrafe capitolina, così come sollecitato nelle scorse settimane dal prefetto Giuseppe Pecoraro. Si tratta di un procedimento, al momento contro ignoti e senza ipotesi di reato, nel quale sono finite alcune denunce presentate da associazioni ed è stato affidato dal procuratore aggiunto Francesco Caporale al sostituto Roberto Felici. La vicenda è legata alla trascrizione di sedici matrimoni tra omosessuali che il sindaco di Roma, Ignazio Marino, fece il 18 ottobre scorso in Campidoglio. Una iniziativa che avvenne anche in altre città come ad esempio a Milano, dove la procura ha aperto un analogo procedimento contro ignoti. Il sindaco Giuliano Pisapia, in precedenza aveva dato notizia di essere indagato per le trascrizioni. Ma, una volta arrivata la smentita della procura milanese, nei giorni scorsi ha osservato che «la sostanza non cambia: l’ignoto è noto», avendo «provveduto personalmente alla trascrizione» per evitare guai agli addetti dell’anagrafe. E inchieste simili sono state aperte in altre città dove i sindaci hanno disobbedito, da Livorno a Bologna, anche lì senza indagati. L’azione dei sindaci, per sollecitare un adeguamento della legislazione italiana sul tema delle unioni civili, scatenò forti polemiche e dure prese di posizione anche da parte della Conferenza episcopale italiana. Il ministro degli Interni chiese ai prefetti di intervenire per chiedere ai vari sindaci di procedere alla cancellazione delle registrazioni delle nozze tra persone dello stesso sesso effettuate all’estero. Il 20 ottobre scorso Pecoraro ha formalmente «invitato» il sindaco della Capitale ad annullare le sedici trascrizioni per «evitare irregolarità sul registro di stato civile». In sostanza la prefettura, in questo caso, ha agito come ente di vigilanza sullo stato civile per controllare cioè se le trascrizioni siano regolari o meno. Una sorta di richiamo alle regole. Con un’esortazione, che la cancellazione avvenga «in tempi rapidi». Una sollecitazione alla quale Marino non ha dato seguito al punto che alcune associazioni hanno deciso di presentare degli esposti a piazzale Clodio nei quali prefigurano, tra gli altri, anche il reato di abuso d’ufficio. Da qui l’inchiesta.

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