Mafia capitale, gli ordini di Buzzi arrivano dal carcere: perquisite le cooperative Abc e Consorzio nazionale | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, gli ordini di Buzzi arrivano dal carcere: perquisite le cooperative Abc e Consorzio nazionale

-Salvatore Buzzi potrebbe aver impartito disposizioni dal carcere attraverso una serie di lettere. Una corrispondenza che avrebbe portato gli inquirenti della procura di Roma ad acquisire, in alcune perquisizioni, documentazione, ritenuta di un certe interesse investigativo, e che potrebbe riguardare diverse gare d’appalto. Il nuovo impulso all’inchiesta arriverebbe quindi proprio da alcune lettere scritte dal dominus delle cooperative, ritenuto uno dei principali artefici dell’organizzazione criminale guidata da Massimo Carminati, e inviate dal carcere a diverse persone. Perquisizioni ed acquisizioni di documenti sono stati effettuati dai carabinieri del Ros Roma nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale. Ad essere visitate dai carabinieri sono state, secondo indiscrezioni, le sedi delle cooperative Abc e Consorzio Nazionale servizi (dove sarebbero stati acquisiti documenti relativi a gare d’appalto), le abitazioni di alcuni responsabili e la casa della compagna di Buzzi, Alessandra Garrone. Proprio gli appalti ottenuti da Buzzi negli ultimi anni sono diventati snodo fondamentale nell’intera inchiesta al punto che i giudici del Tribunale del Riesame, nel confermare il carcere a Buzzi con l’aggravante mafiosa, scrivono nelle loro motivazioni che «Buzzi rappresenta una minaccia per le istituzioni». «Pericoloso per la società a tutti i livelli», «la sua capacità di infiltrazione -scrivono i giudici- nel settore politico-imprenditoriale-economico attraverso la complicità di Carminati, del quale sfrutta la pregressa fama criminale e utilizzando la corruzione dei pubblici funzionari è palese e costituisce una concreta minaccia per le istituzioni». Per questo per i magistrati «Buzzi dimostra il fallimento della funzione rieducativa della pena: pur essendo stato condannato nei primi anni ’80 per omicidio volontario e pur avendo beneficiato di misure alternative e della grazia è tornato a delinquere manifestando la propria insensibilità al precedente intervento dell’autorità giudiziaria». L’uomo delle cooperative «è determinato a fare affari in ogni campo arrivando anche a sfruttare a vantaggio proprio e dell’associazione le drammatiche vicenda dei migranti e dei richiedenti asilo».

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