Mafia capitale, riserva del tribunale sulla confisca beni a Diotallevi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Mafia capitale, riserva del tribunale sulla confisca dei beni a Diotallevi

La sezione misure di prevenzione del tribunale di sorveglianza di Roma si è riservato oggi la decisione sulla richiesta della procura di confisca di beni, per decine di milioni di euro, riconducibili al boss Ernesto Diotallevi, 71 anni, e sequestrati in cinque distinte occasioni. Nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale, Diotallevi è indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso perchè ritenuto, insieme con Giovanni De Carlo, referente di Cosa Nostra nella capitale. Nel corso dell’udienza di oggi il pm Luca Tescaroli ha sottolineato che il boss, al quale è attribuito un ingente patrimonio frutto di attività illecite, si è rapportato nel tempo con appartenenti a Cosa Nostra (Pippo Calò e Lorenzo Di Gesù), Camorra (Vincenzo Casillo), Mafia Capitale (Massimo Carminati e Riccardo Brugia) e Banda Magliana (Danilo Abbruciati, Domenico Balducci ed Enrico De Pedis). Tra i beni sequestrati una lussuosa casa a Fontana di Trevi dove fu trovato un vero e proprio tesoro d’arte, sette immobili ad Olbia facenti parte di un complesso turistico, un appartamento nel complesso «Villaggio Porto Rotondo», e quote di alcune società. Nel quadro degli accertamenti su Mafia Capitale, la procura di Roma ha proposto la confisca di beni sequestrati, oltre che per Diotallevi, anche nei confronti di altre 11 persone, e tra loro Carminati, per oltre 361 milioni di euro.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login