Lorenzo Lotto e i tesori dell'arte di Loreto a Castel Sant'Angelo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Lorenzo Lotto e i tesori dell’arte di Loreto a Castel Sant’Angelo

Una decina di opere di Lorenzo Lotto, affiancate da quelle di Annibale Carracci, Guido Reni, Simon Vouet, Pomarancio, Giambologna, nonchè da tesori dei corredi ecclesiastici e opere devozionali realizzate da artisti contemporanei(Sughi) sono in mostra da domani al 3 maggio negli spazi espositivi di Castel Sant’Angelo. La maggior parte dei capolavori proviene da Loreto, dove adornarono per secoli la Basilica della Santa Casa. Presentata oggi alla stampa, ‘Lorenzo Lotto e i tesori artistici di Loretò è un progetto di ‘Artifex-Comunicare con l’Artè messo a punto dalla Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù, mentre la curatela è di Giovanni Morello che ha selezionato le opere con l’intento di promuovere il patrimonio di grande rilievo storico e artistico conservato nel Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto. E proprio per ricostruire la ricchezza degli apporti artistici e culturali che abbellirono il santuario, la scelta curatoriale è caduta anche su opere provenienti da collezioni pubbliche e private romane, strettamente collegate con Loreto. Ecco dunque che il percorso si apre con il nutrito nucleo di opere di Lorenzo Lotto, tanto legato alla basilica da terminare lì la sua vita quale ‘oblatò della Santa Casa e donare ad essa tutte le sue proprietà. Il grande pittore veneto realizzò per gli altari del santuario alcune opere eccelse nella fase finale della sua vita (la struggente ‘Presentazione al Tempiò) e destinate agli altari. Fra queste a Castel Sant’Angelo si possono ammirare ‘Cristo e l’adulterà, il ‘San Cristoforo con il Bambino Gesù e i santi Rocco e Sebastianò (il primo dipinto, sembra, ideato da Lotto per la basilica della Santa Casa), ‘San Michele caccia Luciferò, ‘Il battesimo di Gesu«, ‘il ‘Combattimento tra la Fortezza e la Fortunà. In questa prima sezione di capolavori lotteschi figurano anche quelli romani, a partire dal ‘San Girolamo nel desertò dipinto a Roma nel 1509 quando l’artista era impegnato nella decorazione dell’appartamento vaticano di Giulio II e conservato proprio nel Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo. Seguono i magnifici ritratti: il ‘Ritratto di gentiluomò della Borghese, il ‘Balestrierè della Pinacoteca Capitolina e ‘Gentiluomo con pastore bergamascò, una recente scoperta (molto studiata) del maestro veneziano, attualmente in collezione privata. La seconda sezione raccoglie invece opere di altri pittori, anch’esse presenti nella basilica. Fra queste i dipinti di Perin del Vaga, Filippo Bellini, Pomarancio, Guido Reni, Simon Vouet. Si prosegue quindi con l’iconografia lauretana espressa nelle opere di Annibale Carracci, Andrea Sacchi, Mariano Fortuny (un bozzetto riproducente la ‘Traslazione della Santa Casà di Gianbattista Tiepolo per la cupola della chiesa veneziana degli Scalzi, andata distrutta dai cannoneggiamenti della flotta austriaca del 1915). La mostra si conclude con preziosi reperti del Tesoro della basilica, scampati alle razzie napoleoniche, come il corredo d’altare tempestato di coralli, opera delle maestranze trapanesi e il bellissimo crocifisso del Giambologna.

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