Ama, l'assessore Marino: "Mai parlato di privatizzazione". Cgil: "Sciopero inevitabile" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ama, l’assessore Marino: “Mai parlato di privatizzazione”. Cgil: “Sciopero inevitabile”

«Nessuno ha mai parlato di privatizzazione dell’Ama ma di poter mettere un segmento della filiera della raccolta o un quartiere in competizione affidandolo ad altri soggetti privati». Lo ha detto l’assessore capitolino all’Ambiente Estella Marino ai microfoni di Radio città futura. Ed ha poi aggiunto che questo tipo di differenziazione già «avviene con la filiera della carta per le utenze non private». «Risulta davvero difficile credere alle parole espresse oggi dall’assessore Marino sul futuro di Ama. Se questa è la risposta alla presa di posizione espressa unitariamente dai sindacati contro i progetti annunciati dal sindaco, lo scontro e lo sciopero sarà inevitabile». Lo sostiene, in una nota, il segretario della Fp Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola. «Giovedì nell’incontro previsto con l’amministrazione su questi temi – afferma – spiegheremo perchè la strada dello ‘spezzatinò e della esternalizzazione del servizio farebbe da apripista ad una privatizzazione dell’Ama. Ribadiremo come l’unica via da seguire sia quella del risanamento, efficientamento e rilancio dell’Azienda. Continueremo ad avanzare proposte spiegando che se si vogliono creare sinergie virtuose tra amministratori, lavoratori e cittadini le strade da seguire sono altre e non certo la privatizzazione del servizio». Secondo il sindacalista, «questi continui annunci invece di rilanciare il servizio producono l’effetto opposto mettendo in tensione gli istituti di credito che permettono ad Ama di andare avanti visto il debito ‘monstrè accumulato da gestioni sbagliate del passato, demoralizzano e preoccupano i lavoratori che vedono a rischio il proprio futuro e non migliorano la qualità delle prestazioni rese ai cittadini». «L’amministrazione usi il buon senso, mantenga le promesse elettorali, affidi la gestione del servizio interamente ad Ama ed approvi – conclude Di Cola – il nuovo contratto di servizio ascoltando le richieste dei sindacati e dei municipi e coinvolga gli operatori nel processo di risanamento necessario per salvare l’Ama».

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