Adozioni gay, il Comune riconosce bimbo con 2 mamme: "Avanti con la sfida dei diritti" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Adozioni gay, il Comune riconosce bimbo con 2 mamme: “Avanti con la sfida dei diritti”

«È un atto dovuto di un’amministrazione che è amica dei cittadini», dice l’assessore Alessandra Cattoi. E così a Roma dopo l’istituzione del registro delle unioni civili viene riconosciuto un bambino di tre anni nato in Argentina da due donne, un’italiana e un’argentina. La Capitale segna un altro passo nel progresso dei diritti, secondo il sindaco Ignazio Marino e i suoi sostenitori. Uno scivolamento che mette a rischio la famiglia tradizionale, dicono invece gli avversari del nuovo corso. Il bimbo era stato già riconosciuto come figlio di due donne dall’Anagrafe del Comune di Buenos Aires. Lo stesso atto è stato trascritto dall’ufficiale di stato civile di Roma Capitale due giorni fa. La coppia, spiegano dall’assessorato, ha avuto il figlio in Argentina nel 2011 e ha richiesto la trascrizione del certificato di nascita. L’ok è arrivato «dopo attenta valutazione degli uffici competenti – viene sottolineato – e in linea con la sentenza della Corte d’Appello di Torino che ha permesso nel capoluogo piemontese il riconoscimento della trascrizione di un atto di nascita analogo. Si continuerà con le trascrizioni nell’interesse superiore dei minori». Nel caso piemontese era stata la magistratura a imporre la trascrizione, mentre il Campidoglio ha agito di propria iniziativa. «Grazie a quante e quanti hanno contribuito a garantire in concreto i pari diritti e la pari dignità di tutte le famiglie e di tutti i bambini», fa sapere la coppia di donne attraverso l’avvocato Alexander Schuster. Per il legale, il bimbo che ora vive con le due «coniugate» in Argentina, «fino ad oggi non risultava cittadino della Repubblica italiana. La trascrizione dell’atto di nascita a Roma fa sì che lo Stato lo riconosca a tutti gli effetti come cittadino in base allo ius sanguinis», in quanto figlio di un’italiana. «Trascrivere le nascite di bambini di coppie omosessuali, che hanno contratto matrimonio in altri paesi, come figli di entrambi – dice Riccardo Magi, consigliere comunale romano e presidente di Radicali Italiani – è un atto che garantisce il principio di tutela della genitorialità contenuta nella Costituzione italiana e nelle normative europee». «Roma diventa la capitale dei diritti», aggiunge, anche grazie al registro delle Unioni civili istituito dall’assemblea capitolina a fine gennaio. «Ed entro il 20 febbraio, al massimo entro fine mese, il registro sarà ‘operativò – dice l’assessore Cattoi -. Esiste già nei Municipi, si tratta solo di crearne uno cittadino e di scrivere il regolamento, che verrà pubblicato su internet». «Grande soddisfazione e grande gioia» dall’associazione famiglie Arcobaleno, mentre per la coordinatrice Ncd del Lazio Roberta Angelilli «sta diventando una battaglia che utilizza dei mezzi meramente burocratici per aggirare l’ostacolo e per destrutturare completamente il sistema della famiglia naturale, senza tenere in debito conto l’interesse superiore del minore».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login