Prostituzione, la red light scatena l'ira dei vescovi. Altri Municipi verso il quartiere a luci rosse | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Prostituzione, la red light scatena l’ira dei vescovi. Altri Municipi verso il quartiere a luci rosse, Codacons: “Business da 36 miliardi”

L'iniziativa del IX Municipio potrebbe non essere l'unica nel suo genere, tanto che già diversi minisindaci della Capitale si sono detti favorevoli al cosiddetto «zoning»

Non accennano a placarsi le polemiche sull’annuncio dell’avvio della «zona a luci rosse» nel quartiere romano dell’Eur. Un progetto che potrebbe vedere la luce già ad aprile, ma contro il quale si è espresso senza mezzi termini il quotidiano dei vescovi Avvenire che nell’editoriale odierno ha parlato di «una vergogna» davanti a «un’ipocrita (e forse ideologica) operazione per il ‘decorò urbano» e «non un impegno contro il degrado umano, a fianco delle vittime». Ma l’iniziativa del IX Municipio potrebbe non essere l’unica nel suo genere, tanto che già diversi minisindaci della Capitale si sono detti favorevoli al cosiddetto «zoning». Primo fra tutti Andrea Catarci, presidente del quartiere confinante con l’Eur – tra San Paolo e Garbatella – e da anni alle prese con il dilagante fenomeno della prostituzione in strada. «Quella del IX Municipio – spiega – è un’operazione coraggiosa. Anch’io lo farei». E a cercare di rasserenare il clima ci prova proprio l’ideatore dell’iniziativa, il presidente del municipio Andrea Santoro che assicura, «nei prossimi giorni coinvolgeremo anche i parroci. Dobbiamo mettere da parte le convinzioni di coscienza, che ci stanno tutte, perchè la dignità delle persone è un interesse comune nostro e della Chiesa». Insomma, tra un paio di mesi l’Eur potrebbe essere solo il primo quartiere della Capitale ad avere una zona dove la prostituzione sarà tollerata e consentita. Ma non è escluso che con il tempo il progetto possa essere «esportato» anche negli altri Municipi, in particolare in quelli dove il fenomeno è particolarmente evidente. Prima però ci sarà da affrontare gli ostacoli di chi si batte contro la proposta, a partire dalle associazioni cattoliche per finire con i partiti d’opposizione ed alcuni esponenti dello stesso Pd. «Noi da dicembre abbiamo avviato una raccolta di firme tra i residenti dell’VIII e IX Municipio contro la proposta della zona a luci rosse – spiega l’ex assessore alla Scuola ed oggi consigliere comunale per la lista civica dell’ex sindaco Alemanno, Luigi De Palo -. Il decoro o l’organizzazione non può valere la dignità di una donna. È come se dicessimo che siccome esiste la mafia creiamo un quartiere solo per i mafiosi. I problemi vanno affrontati non nascosti». Di tutt’altro avviso l’associazione «Ripartiamo dall’Eur» che sottolinea come «nessuno vuole far diventare il nostro quartiere a luci rosse, ma anzi liberarlo dalle prostitute». «Ci sarà bisogno però – spiega il presidente Paolo Lampariello – anche di collaborazione con i municipi, in modo che tutti possano adeguarsi alla nuova normativa. Quello del presidente Santoro è solo un inizio». Affida a Twitter la sua critica l’ex primo cittadino Alemanno che, durante il suo mandato, provò a contrastare il fenomeno della prostituzione con numerose ordinanze che permettevano di sanzionare clienti e prostitute. «Con l’introduzione del quartiere a luci rosse – scrive – l’amministrazione capitolina si arrende alla prostituzione». Ma il minisindaco dell’Eur respinge le accuse e rilancia, «la scelta delle strade sarà fatta insieme con le forze dell’ordine, non spetta al Municipio farlo. In questi mesi gli operatori hanno incontrato le prostitute e, nella maggior parte dei casi, si sono dimostrate favorevoli ad una regolamentazione. Organizzeremo anche giornate di sensibilizzazione nelle scuole per spiegare il rispetto del corpo della donna e far comprendere il fenomeno della prostituzione». E il dibattito promette di salire di tono.

Il progetto della creazione di una «zona a luci rosse» all’Eur, lanciato dal minisindaco Andrea Santoro e appoggiato anche dall’amministrazione capitolina, interessa anche il quartiere confinante, l’VIII Municipio, uno dei tanti della Capitale dove il fenomeno della prostituzione negli anni è andato via via dilagando. «Anch’io farei lo ‘zoning’ – afferma il presidente del Municipio, Andrea Catarci -. Sono stato tra i promotori, ormai otto anni fa, del progetto che sta portando avanti Santoro, al quale do tutto il mio sostegno e la mia disponibilità ad un’eventuale collaborazione». «Io penso – continua – che quella del minisindaco del IX Municipio sia un’operazione coraggiosa e c’è bisogno che tutta la città, dalle istituzioni alle associazioni, gli sia vicina. È ovvio che sarebbe più opportuno cominciare contemporaneamente nei Municipi dove il fenomeno della prostituzione è più sentito, ma c’è bisogno di un incremento delle forze di polizia e dei vigili urbani oltre che all’organizzazione delle zone con operatori sul posto. Da parte mia c’è la piena disponibilità a collaborare».

– Bene per il Codacons l’esperimento che partirà ad aprile e che vedrà sorgere il primo quartiere a luci rosse nella capitale. «Finalmente un primo passo verso la regolamentazione di un settore, quello della prostituzione, che genera un mercato da 3,6 miliardi di euro all’anno in Italia – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Da tempo si avvertiva a Roma la necessità di un cambiamento teso a garantire un maggior decoro sulle strade e maggiori controlli su chi esercita tale professione». Secondo il Codacons nel mercato della prostituzione sono coinvolti in modo attivo circa 90.000 operatori del sesso per un numero di clienti che raggiunge i 3 milioni di cittadini. Nel periodo 2007-2014 il fatturato della prostituzione – prosegue l’associazione – è cresciuto del 25,8% (+740 milioni di euro); il numero di soggetti dediti alla prostituzione è aumentato del 28,5% (+20.000); i clienti sono cresciuti del 20% (+500.000 cittadini). Negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva riduzione del numero di prostitute che operano in strada, la cui percentuale rappresenta tuttavia ancora la fetta più consistente, pari al 60% del totale. Da contraltare si registra una forte crescita nel numero di lucciole che decidono di lavorare in casa o altre strutture non all’aperto (40%). Della totalità delle prostitute operanti nel nostro paese, il 10% è minorenne, mentre il 55% è costituito da ragazze straniere, provenienti principalmente dai paesi dell’Europa dell’Est (Romania, Bulgaria, Ucraina) e dall’Africa (Nigeria in testa). Si registra inoltre – conclude il Codacons – una fortissima crescita di prostitute cinesi, che svolgono prevalentemente la propria attività al chiuso (case, centri massaggi, ecc.).

– In alcuni paesi europei la prostituzione è vietata, in altri come Olanda, Germania e Svizzera è stata legalizzata e regolamentata. Indipendentemente dalla diversità delle norme che regolano il settore nei vari paesi, un pò in tutta Europa sono fioriti dei veri e propri quartieri a luci rosse in cui le prostitute lavorano indisturbate in case, locali o strade. Questi quartieri circondati da sex shop e locali che offrono spettacoli erotici sono diventati nel tempo autentici centri di attrazione turistica. * OLANDA – Tra tutti i quartieri a luci rosse, «De Wallen» è il più famoso ed è probabilmente tra le principali attrazioni turistiche di Amsterdam. I piccoli appartamenti che si trovano nell’intricata combinazione di viuzze e canali dell’antico quartiere sono abitati da prostitute che mettono in vendita le loro prestazioni dietro una vetrina illuminata. La zona offre anche sex shop e locali notturni con spettacoli erotici dal vivo, un museo del sesso e un museo della cannabis. * GERMANIA – Nel quartiere di Sankt Pauli ad Amburgo si trova una «via a luci rosse» lunga circa un chilometro con diversi sex shop, bar e locali che offrono sex show, peep show o spettacoli di travestiti. Altra città che ospita una zona dedicata alla prostituzione è Norimberga, nella strada che costeggia il Frauentormauer (muro di cinta medioevale). * SVIZZERA – Più che un «quartiere a luci rosse» è una sorta di drive-in del sesso. In un’apposita area allestita nell’ex zona industriale di Altstetten, «box del sesso» e 4 parcheggi per i camper ospitano prostitute e clienti motorizzati. * PARIGI – È Pigalle il quartiere a luci rosse più famoso della città, ma in piena trasformazione. Qui si trova il famoso Moulin Rouge, numerosi sexy shop e locali per spettacoli erotici ma sempre meno prostitute. Mentre in un’altra zona storica della città, Boulevard de Saint Denis, oltre ai sex shop e ai locali a luci rosse ci sono ancora prostitute che si soffermano sull’uscio dei portoncini in attesa di abbordare clienti. * BELGIO – Il quartiere a luci rosse di Anversa si trova poco distante dal centro cittadino. Qui le ragazze sono in vetrina come ad Amsterdam. Prostitute dietro vetrine illuminate anche a Bruxelles, in una via del quartiere di Schaerbeek. * TURCHIA – A Istanbul, nello storico quartiere di Karakoy, tra l’odore di spezie e antichi edifici c’è una strada, Zurafa Sokak, dove una ventina di case ospitano le prostitute.

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