Rendina, camera ardente in Campidoglio: "Addio comandante Max". La moglie: "Era un appassionato della resistenza" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Rendina, camera ardente in Campidoglio: “Addio comandante Max”. La moglie: “Era un appassionato della resistenza”

– Roma dice addio al suo ‘Comandante Max’. In tanti oggi sono passati in Campidoglio, dove è stata allestita la camera ardente, per dare l’ultimo saluto al partigiano protagonista della Resistenza Massimo Rendina, morto ieri all’età di 95 anni. La bara al centro della Sala della Protomoteca con sopra fiori e il fazzoletto ‘tricolorè dell’Anpi. Un picchetto attorno al feretro di quattro esponenti dell’associazione partigiani, qualcuno che alza il pugno all’arrivo della salma e tanti tra politici, familiari e amici che lo hanno ricordato nei loro discorsi. La Capitale saluta così Rendina, che è stato anche uno storico e giornalista, direttore del primo tg Rai e vicepresidente dell’Anpi nazionale oltre che presidente onorario dell’Anpi di Roma. Alla camera ardente oltre al sindaco Ignazio Marino anche gli ex primi cittadini Francesco Rutelli e Walter Veltroni. «Era rispettato da tutti. Ci mancherà», chiosa prima di andar via Rutelli. Mentre Veltroni, dopo aver ricordato il lavoro fatto insieme a Rendina sulla memoria, osserva: «è stato il simbolo unificante dell’antifascismo a Roma». E lancia un appello a Marino: «Perchè non tornare a celebrare il 25 aprile in piazza del Campidoglio?». E poi in tanti ricordano il Comandante Max, a partire dai suoi familiari. «Non era un politico della Resistenza ma un appassionato. La sua professione era altro, però lui era stato un capo partigiano e questo non lo dimenticava mai» dice la moglie Grazia mentre il nipote Gabriele lo ricorda così: «È stato un uomo che senza dubbio ha insegnato e dato tantissimo per la nostra storia. Io lo invitavo spesso a scuola negli anni del liceo ed era il mio grande vanto. Era un grande maestro di ironia e sarcasmo per le sue battute fuori posto e un grande appassionato per la filosofia e la pittura, riproduceva Venezia la sua città natale. Non era un uomo facile e questo è un modo bellissimo per condividerlo con voi». Ad accogliere la bara questa mattina in Campidoglio il sindaco di Roma Ignazio Marino: «La città di Roma saluta oggi Massimo Rendina, Comandante Max – esordisce il primo cittadino nel suo discorso – Grazie a uomini come lui viviamo oggi in una democrazia. Per questo ti ringraziamo comandante Max, per aver fatto quella scelta di combattere per la libertà. La città di Roma ti rende omaggio». Per il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti non ci si può «permettere che i valori della Resistenza si spengano con lui o quando gli ultimi partigiani non ci saranno più»: «Questo nel nostro Paese non avverrà mai – aggiunge il governatore – Rendina ci ha permesso di vivere in un Paese e in una città liberi e democratici. I valori devono vivere a prescindere dalle persone perchè dimenticarli sarebbe il più grande tradimento di chi ha vinto contro la dittatura per darci la libertà». «Il messaggio che Massimo ci ha dato è stato fondamentale e io mi sento il continuatore della sua testimonianza – commenta il presidente dell’Anpi Roma Ernesto Nassi – Per me lui non è morto, sarà sempre al nostro fianco. Grazie di essere esistito».

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