Edilizia, Cgil: "Produttività giù del 50%, 10mila imprese chiuse" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Edilizia, Cgil: “Produttività giù del 50%, 10mila imprese chiuse”

Cinquanta mila posti di lavoro persi, 500 milioni in meno di massa salari e diecimila imprese chiuse: «il settore edile nel Lazio dal 2011 ad oggi ha perso il 50% della produttività». Questi i dati della Cgil di Roma e del Lazio che ha comparato i dati del settore dal 2011 al 2014 sul territorio per calcolare «gli effetti della crisi». «L’edilizia a Roma e nel Lazio è stata uno dei principali locomotori dello sviluppo. Ora vive uno stato di profonda sofferenza, come i dati dimostrano, e questo rallenta una grande parte del sistema economico della Capitale. Il quadro che ne esce conferma la gravità della crisi a Roma e nel Lazio, dovuta soprattutto alla riduzione delle risorse a disposizione delle famiglie e degli enti locali – dichiarano il segretario della Cgil Roma e Lazio Claudio Di Berardino e Mario Guerci della Fillea Cgil Roma e Lazio – . Sono tantissime le famiglie che vivono una situazione di forte disagio: la perdita del lavoro, la disoccupazione, la cassa integrazione sono eventi che hanno colpito spesso almeno uno dei membri del nucleo famigliare. Si è verificata una notevole contrazione dei redditi da lavoro e da pensione per via dei mancati rinnovi contrattuali, sia nel pubblico che nel privato, e del blocco delle pensioni». «A questo si aggiunge il peso della pressione fiscale, assai elevata a livello locale, basti pensare all’Irpef e alle altre tasse legate ai servizi – continuano i sindacalisti -. Le manovre economiche dei governi hanno indebolito la capacità di spesa degli enti locali: pertanto sono rimaste al palo sia le grandi opere che i piccoli interventi. Questa situazione va sbloccata, anche attraverso incontri interistituzionali, altrimenti il declino romperà l’ossatura della convivenza civile e sociale. Va fatto ripartire un circuito virtuoso caratterizzato dalla ripresa della domanda interna, va restituita alle famiglie la capacità di reddito, creando lavoro e introducendo criteri di equità e progressività fiscale nella tassazione. Per quanto riguarda gli interventi pubblici occorre definire rigorose priorità e destinare a esse gli opportuni finanziamenti, magari dislocando le risorse al momento assegnate a opere e interventi non prioritari o comunque non cantierabili. Si utilizzino i fondi europei».

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