Campidoglio, bagarre in aula: "Marino svende la città". Pd: "L'opposizione difende i privilegiati" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, bagarre in aula: “Marino svende la città”. Pd: “L’opposizione difende i privilegiati”

I vigili per solidarizzare con i colleghi in sciopero assistono alla sedute dando le spalle. Marchini: "Prima di dismettere analizzare i singoli immobili"

– L’affaire che riguarda la vendita di alcuni immobili del Comune di Roma, affittati a prezzi irrisori a inquilini morosi da anni, infiamma gli animi dell’Assemblea capitolina. La delibera, alla quale sono collegati settemila tra odg ed emendamenti e che terrà incollati agli scranni i consiglieri ancora per giorni, trova ostacoli da più parti, dalla maggioranza e dall’opposizione. Oggi, in particolare, un acceso battibecco è culminato in qualche spintone tra consiglieri, costringendo la presidente Valeria Baglio a sospendere la seduta. Nel pubblico sono comparsi cartelli con su scritto ‘Vendesì e qualcuno ha urlato ‘dimissionì. Il capogruppo della lista Marchini, Alessandro Onorato, ha esposto una gigantografia del sindaco Marino e la scritta «Svendo Roma», mentre altri consiglieri si spintonavano urlandosi addosso. La lista Marchini ha addirittura organizzato una conferenza stampa per denunciare la situazione e, dati alla mano, ha definito ‘assurdò uno status quo che va avanti da anni: «il Comune ha 751 immobili da dismettere, di cui 630 occupati abusivamente, 58 liberi e 63 regolari. Se fossero affittati con prezzi di mercato si guadagnerebbero 26 milioni 700 mila euro circa», ha detto Alessandro Onorato. Il totale annuale delle entrate da affitti, al lordo delle morosità, è di 1.782.887,12 mentre se gli affitti fossero adeguati ai canoni di mercato le entrate sarebbero di circa 26 milioni. «L’opposizione – ha spiegato il capogruppo del Partito democratico e coordinatore della maggioranza in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo – ha tutti i documenti ed è evidente e palese che stanno difendendo furbi e privilegiati. I nominativi consegnati sono esattamente nello stesso ordine della lista degli immobili, basta accostare le colonne». Il riferimento va a una lista di nomi, circolata oggi tra gli scranni e inviata dall’assessore Alessandra Cattoi, nella quale vengono evidenziati i nomi di persone fisiche e di attività commerciali che godono della possibilità di abitare o lavorare all’interno di immobili a canoni irrisori e che, nonostante questo, sono morosi verso il Comune di Roma. Non lascia scampo, a conclusione di giornata, il commento dell’assessore Cattoi a quanto accaduto in aula: «mi chiedo, infine, come mai, dopo anni di silenzio, questa bagarre scoppi proprio nel momento in cui si vuol mettere in piedi un’operazione di chiarezza e trasparenza con la finalità di reperire risorse per servizi e investimenti. Quelli che ora si indignano per gli affitti da anni bassi degli immobili al centro di Roma dove erano fino ad oggi? Come mai prima che noi denunciassimo questa situazione non hanno aperto bocca?».C’è chi, pur pagando un canone d’affitto di 32 euro al mese per un immobile del Comune di Roma ha quasi 6mila euro di debiti e c’è anche un’amministrazione comunale della provincia di Roma che è morosa per 583mila euro. I dati sulla morosità degli affittuari degli immobili capitolini contenuti nei documenti consegnati oggi in aula Giulio Cesare ai consiglieri, parlano chiaro e mettono nero su bianco i soldi persi dall’amministrazione capitolina. Ancor di più mettono in luce tutto un sottobosco di affitti irrisori pagati da persone fisiche e non per stare in immobili più o meno di pregio. Per 89 metri quadri a Prati 171 euro al mese, per 49 metri quadri in via dei Coronari 22 euro al mese e 174 euro per 122 mq in via Labicana tanto per farsi un’idea. Ma quello che fa maggiormente impressione, leggendo l’elenco reso noto oggi, sono in particolare i debiti. Perchè, sebbene non sia accettabile averne a prescindere da quanto si paghi, è meno tollerabile se il canone da pagare risulta davvero minimo. Se hai in affitto 226 metri quadrati di un immobile del Comune, che certamente non si trova in periferia, e paghi 647 euro al mese, non dovresti permetterti di avere 97mila euro di debiti. Per non parlare di un noto ristorante romano che per 32 mq, un locale di sgombero, paga 4mila euro l’anno e un’altra hosteria che paga 15mila euro l’anno e ha 113mila euro di debito. Una sala bar che paga 6mila euro annui deve al Comune 39mila euro mentre un grande albergo che ha in affitto 382 metri quadrati in pieno centro ha quasi 9mila euro di debiti con il proprio affittuario. Nell’elenco figura anche qualche virtuoso e cioè qualcuno che addirittura deve avere dei soldi indietro. Ma si tratta davvero solo di qualche mosca

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