Quei costi infiniti della Provincia di Roma | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Quei costi infiniti della Provincia di Roma

Solo di stipendi i 4mila lavoratori continuano a costare oltre 150milioni di euro all’anno. E le società partecipate pesano per 21 milioni di euro tra ripiani di bilancio e società mai decollate sul piano economico. Tra i “promotori” di aziende in rosso figurano personaggi politici quali Zingaretti, Ignazio Marino e l’attuale prefetto commissario straordinario di palazzo Valentini, pronti a ripianare coi soldi pubblici

roma_panorama_monumentiIl carrozzone dei costi della Provincia di Roma va avanti da sé.  A dispetto di tanti annunci e della spending review il Potere continua a produrre costi infiniti con l’aggiunta del nuovo organismo politico: la Città metropolitana che si è insediata ufficialmente in via IV Novembre lo scorso 1° gennaio. L’amministrazione provinciale è ancora lì con i suoi dipendenti, numericamente importanti: sono 4318, di cui quasi 3000 quelli di ruolo con un costo per le casse dello Stato di oltre 150 milioni di euro all’anno. Una cifra notevole. Per fare cosa? Per aspettare. Attendono di essere trasferiti, si dice, presumibilmente ai tribunali e al Ministero della Giustizia. Nel frattempo la Provincia di Roma si tiene bene strette quelle 23 società partecipate che costano circa 21 milioni di euro ogni 12 mesi. Due casi eccellenti. Il primo: la Fondazione Cinema per Roma che a sua volta ha fondato il Roma Cinema Festival con promotori politici del calibro di Zingaretti, Ignazio Marino, Carpino, prefetto e attuale commissario della Provincia di Roma ed ex consulente della Regione Lazio, Giancarlo Cremonesi, ex presidente della Camera di Commercio e Aurelio Regina.
Il Roma Cinema Festival, ha prodotto come risultato economico un buco di oltre 2 milioni e 300mila euro nel bilancio 2011. La Provincia di Roma spende mezzo milione di euro all’anno per ripianare quelle perdite mostruose. I “promotori” si pavoneggiano sul sito web, tanto ci sono i soliti soldi pubblici e loro governano come se niente fosse. Nessuna spiegazione viene chiesta ai politici sui disastri economico finanziari che stanno producendo con la cultura statalista lenilista marxista. Chi ripiana sono i cittadini attraverso la misura dell’aumento delle tasse. Secondo caso. Leggasi: nella società Capitale Lavoro Spa confluiscono 17 milioni di euro, impegno del bilancio 2013 (ma non osiamo immaginare l’impegno in bilancio 2014), è la società in house della Provincia di Roma, proprietà al 100 per cento. La Provincia di Roma lo scorso maggio ha piazzato due nomi in più alla guida del consiglio di amministrazione di Capitale Lavoro; un nome, Ilaria Papi è riconducibile alla stessa Provincia,è uno dei
dirigenti. Qui invece di tagliare si sono aggiunti posti di comando e il presidente del cda,Claudio Panella, nome noto nel sindacato della
Cgil, percepisce una indennità annuale pari a 81.600 euro. Non è chiaro il bilancio ma è chiaro che i dipendenti sono circa 100 che si vanno a sommare ad altri 200 assunti con contratti a progetto per brevi periodi, un semestre, un anno, per gestire le ore di formazione,
scopo della società. Solo che questa società ha un unico committente: la Provincia di Roma. In ogni caso il Governo Renzi ha reso il piano
di razionalizzazione delle società partecipate molto più soft rispetto a quello inizialmente previsto da Mister spending review, Cottarelli. Tolta ogni sanzione la legge di Stabilità ha stabilito solo un obbligo: una redazione del piano di “disboscamento” delle partecipate entro il 15 marzo prossimo da pubblicare sul sito web per consentire ai cittadini la vera partecipazione democratica alle decisioni politiche. E poi se ne riparlerà il prossimo anno, per una eventuale attuazione . Quando i costi della politica saranno di nuovo triplicati. Stefania Pascucci

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