Turismo, lingue e social: le abilità più richieste nel Lazio
– Parlare le lingue straniere, soprattutto europee ma anche asiatiche, in particolare il cinese e l’arabo, saper utilizzare tecniche di marketing sui social network e sulla rete web, avere competenze nel monitoraggio dei servizi e dei prodotti, conoscere le procedure previste dal sistema di qualità ISO 9001: sono queste le «skills» più richieste dalle imprese turistiche del Lazio alle figure professionali del settore secondo la ricerca «I fabbisogni formativi nel turismo», condotta dall’università La Sapienza di Roma, Federalberghi Roma, la Società Geografica Italiana e Assotravel Confindustria per ITS Turismo, la fondazione che raccoglie gli istituti tecnici superiori istituiti dal MIUR nel 2008 per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche. Lo studio ha analizzato l’offerta formativa presente in ogni provincia del territorio regionale nell’ambito del turismo e delle professionalità correlate; nel contempo ha individuato i gap delle imprese e le figure professionali maggiormente richieste, con l’obiettivo di adeguare il programma di formazione dell’ITS alle nuove richieste del settore. «L’indagine – ha spiegato la curatrice Carmen Bizzarri, durante la presentazione a Roma – indica chiaramente la necessità per alberghi e tour operator di acquisire personale con nuove competenze in comunicazione digitale e web marketing: il turismo viaggia on line e le nuove tecnologie applicate al marketing territoriale e al turismo culturale rappresentano la nuova frontiera dei servizi turistici». Sul versante dei fabbisogni di manodopera e sulle intenzioni di assunzioni, la ricerca ha rilevato che l’88,6% delle imprese laziali, nel biennio 2013-2014, non ha previsto assunzioni. La grave situazione, imputabile alla perdurante crisi economica, vedeva piccoli segnali di apertura in un’azienda su dieci (11, 4%). Secondo l’indagine, ad eccezione del settore dell’alloggio, la preferenza delle imprese ricade su personale avente già esperienza nel settore e non è richiesto, invece, un titolo di studio elevato: solo una minoranza (10,8%) pensa alla laurea magistrale, mentre per il 78,1% delle aziende è sufficiente una qualifica professionale o il titolo di diploma di scuola superiore. «Il turismo è un settore che in questa città e in questa regione per troppo tempo è stato percepito in maniera passiva», ha detto Giovanni Bastianelli, direttore dell’Agenzia Regionale del Turismo della Regione Lazio. «L’offerta formativa – ha aggiunto Franco Salvatori, presidente della fondazione ITIS Turismo – deve corrispondere alle reali esigenze delle aziende, per dare la possibilità ai giovani di trovare impiego e per creare un virtuoso circuito di sviluppo del settore».
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