L'arte ferita, quella Barcaccia appena restaurata rovinata dalla furia dei tifosi olandesi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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L’arte ferita, quella Barcaccia appena restaurata rovinata dalla furia dei tifosi olandesi

– È stata riconsegnata solo qualche mese fa, bianca e pulita, dopo un anno di restauri costati circa 200mila euro, la Barcaccia, capolavoro seicentesco di Pietro Bernini, presa d’assalto e danneggiata dai tifosi olandesi del Feyenoord. Il gioiello, che si trova ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti, impreziosisce piazza di Spagna, interamente pedonale dal 4 agosto scorso. È il primo esempio di fontana concepita interamente come un’opera scultorea, allontanandosi dai canoni della classica vasca dalle forme geometriche. La Barcaccia deve il suo nome, secondo una versione popolare molto accreditata, alla presenza sulla piazza di una barca in secca portata fin lì dalla piena del Tevere del 1598. L’opera fu commissionata nel 1627 da papa Urbano VIII Barberini, che la volle ai piedi della scarpata su cui sorgeva la chiesa della Trinità dei Monti, quando ancora la celebre scalinata non era stata eretta. Alla sua costruzione non si esclude abbia partecipato anche il figlio di Pietro, Gian Lorenzo Bernini. L’opera, infatti, potrebbe essere stata ultimata da quest’ultimo dopo la morte del padre nel 1629. La fontana è composta da una vasca a forma di imbarcazione che raccoglie l’acqua che fuoriesce da due grandi soli – collocati internamente allo scafo a prua e a poppa – e quella che zampilla da un piccolo catino centrale. L’acqua straripante dai fianchi della barca, aperti in modo da offrire l’impressione che stia affondando, viene raccolta da un bacino sottostante nel quale confluiscono anche i getti provenienti da bocche di finte cannoniere poste all’esterno della prua e della poppa, ai lati dei grandi stemmi papali caratterizzati dalle api, simbolo della famiglia Barberini. Bianca e pulita la Barcaccia era tornata a splendere al centro di Piazza di Spagna, lì dove l’aveva voluta nel 1627 papa Urbano VIII Barberini, solo lo scorso settembre dopo un anno di restauri costati circa 200mila euro e pagati con il contributo dei privati. Ma il capolavoro seicentesco di Pietro Bernini, era ridotto ad una pattumiera dopo l’assalto dei tifosi olandesi del Feyenoord, che l’hanno riempita di bottiglie, palloncini con i colori della squadra, bandiere e sciarpe. Mentre nelle acque del gioiello ai piedi di Trinità de Monti galleggiavano ancora anche avanzi di frutta e residui di cibo, si è scoperto che il passaggio dei vandali l’ha soprattutto lasciata ferita, ovvero danneggiata in più punti, con insulsa brutalità, causando lesioni che ora gli esperti stanno valutando. A puntare il dito contro un tale scempio è prima di tutto il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. «È una vergogna. Non sono tifosi, sono vandali», ha detto. «Spero – ha aggiunto – che adesso ci siano punizioni esemplari». Mentre il sindaco Ignazio Marino, si dice «fortemente indignato, arrabbiato». Durissimi i commenti degli storici dell’arte. «Sono dei delinquenti: li mandino in galera e buttino la chiave»: dice all’ANSA Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani. «I delinquenti ci sono sempre stati», ha aggiunto Paolucci, «spetta alla polizia e ai vigili urbani saper fare il proprio mestiere e arrestarli». «È davvero il trionfo della brutalità», aggiunge il direttore degli Uffizi Antonio Natali. «È impossibile trovare le parole per un fatto di questa gravità», ha aggiunto costernato, «seguo il calcio e lo pratico, ma queste persone non sono tifosi, sono delinquenti». Per lo storico dell’arte Tomaso Montanari «Se non c’è più cittadinanza non c’è più arte». La celeberrima fontana di Pietro Bernini, fa notare Montanari, «è una delle opere più democratiche di Bernini, un’opera per dare a tutti l’acqua, il simbolo dell’arte al servizio della città aperta e non verticale, il fatto che venga colpito proprio quello fa male». Il patrimonio culturale, ragiona il professore, è il riflesso della società. E quello che è successo oggi a Roma «è un riflesso diretto della barbarie di oggi». «Profondo sdegno», ha espresso l’Assessore alla Cultura e al Turismo Giovanna Marinelli. «Stiamo verificando con la Sovrintendenza Capitolina – ha aggiunto – i danni arrecati dai tifosi olandesi. Da una prima analisi risulta danneggiato il candelabro centrale della Barcaccia. L’area intorno alla fontana verrà recintata e l’acqua prosciugata per un controllo dettagliato. Verifiche andranno fatte anche per la Scalinata di Trinità dei Monti e per l’intera piazza. Il nostro patrimonio e la nostra cultura sono stati oggi profondamente offesi». Alla fine della giornata la fontana, unica al mondo, è stata svuotata e la piazza, interamente pedonale dal 4 agosto scorso, è stata transennata per verificare i danni da un punto di vista scientifico. Barbaccia «spenta» per un danno che, sottolinea ancora Marino, «è anche un danno di immagine» per la città perchè il restauro era stato finanziato con fondi di donatori, e «come fa adesso il sindaco a presentarsi da altri donatori quando questi hanno visto i soldi buttati per i danni di questi violenti?».

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