Degrado e sicurezza, il ministero dell'Interno lavora a nuove norme | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Degrado e sicurezza, il ministero dell’Interno lavora a nuove norme

Un pacchetto di norme contro il degrado urbano – dalla lotta all’abusivismo, alla contraffazione e all’accattonaggio fino ai controlli più rigidi nelle zone della movida – che prevede maggiori poteri ai sindaci, e un tavolo sulla ‘questione Romà. È un doppio binario quello a cui sta lavorando il Viminale dopo lo scempio compiuto a piazza di Spagna dai tifosi del Feyenoord. Il punto più delicato riguarda proprio la Capitale, dove lo scontro tra le autorità di pubblica sicurezza e il sindaco è sotto gli occhi di tutti. Ed è proprio per questo che il ministro Alfano presiederà nei prossimi giorni un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dedicato esclusivamente a Roma: in un momento in cui l’allarme terrorismo è ai massimi livelli, con la propaganda dell’Isis che continua a indicare la capitale come bersaglio da colpire e l’incubo lupi solitari, non è certo sostenibile uno scontro così acceso tra chi governa la città e chi deve garantirne la sicurezza. Il Comitato sarà dunque l’occasione per voltare pagina ma anche per capire cosa bisogna mettere in campo per evitare il ripetersi di certe situazioni. I problemi non sono pochi. Innanzitutto c’è da capire perchè il ‘Piano Romà, presentato dallo stesso ministro assieme al sindaco Marino e al prefetto Pecoraro sette mesi fa, sia di fatto rimasto lettera morta. Quel piano, infatti, prevedeva tra l’altro regole certe per cortei e manifestazioni e disposizioni per una maggiore sicurezza in occasione dell’arrivo dei tifosi a Roma. Regole mai applicate per una serie incrociata di veti. Bisognerà dunque ripartire da lì per cercare di evitare che il centro della città diventi ogni volta ostaggio dei violenti, siano essi manifestanti o ultrà. Il problema resta però sempre lo stesso e ruota attorno alla possibilità di ridurre le libertà personali in occasioni particolari. Altro non sarebbe, infatti, definire percorsi specifici per i cortei, limitare i movimenti di gruppi di tifosi, estendere il divieto di vendita degli alcolici anche ai supermercati. Il Comitato dovrà anche decidere come utilizzare i 500 militari inviati nella Capitale: presidieranno i luoghi più a rischio in modo da liberare le forze di polizia da questi compiti ed impiegarle in attività di indagini e controllo del territorio. L’altro binario su cui si lavora al Viminale è la legge sul cosiddetto ‘decoro urbanò, un provvedimento che è sul tavolo ormai da oltre un anno e che prevede un forte coinvolgimento dei sindaci. L’obiettivo, ha sempre detto Alfano, è quello di rendere i cittadini «liberi dalla paura» attraverso una serie di interventi che puntano a ridurre le situazioni che in una metropoli fanno aumentare la percezione di insicurezza: attenzione particolare, dunque, contro furti e rapine, lotta ad abusivismo e contraffazione, misure contro l’accattonaggio e il degrado delle periferie, sistemi di videosorveglianza nei luoghi della movida, interventi contro lo spaccio davanti alle scuole e contro la prostituzione nelle strade. Ma soprattutto, nei prossimi giorni Alfano vedrà il presidente dell’Anci Piero Fassino e sarà quella l’occasione per parlare della possibilità di restituire ai sindaci il potere di ordinanza in materia di sicurezza, un cavallo di battaglia dell’ex ministro dell’Interno Maroni stoppato nel 2011 da una sentenza della Consulta. L’obiettivo è chiaro: creare una sinergia tra forze dell’ordine, militari e polizie locali per massimizzare gli sforzi tesi ad aumentare la sicurezza urbana. «Chiediamo che vi sia un esame rapido» del disegno di legge rimasto fermo, dice il presidente del Consiglio nazionale dell’Anci Enzo Bianco, «non sono per il sindaco sceriffo ma dovremmo avere qualche responsabilità in più, quantomeno sulla selezione delle priorità». «È arrivato il momento di accelerare – aggiunge il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, delegato dell’Anci alla sicurezza – il tema dell’ordine pubblico è in capo allo Stato, ma sicuramente è necessario un rafforzamento dei poteri di ordinanza ai sindaci e maggiori poteri sulla sicurezza urbana».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login