Roma-Verona, i giallorossi pareggiano 1-1 e scivolano a -9 dalla Juve capolista | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Roma-Verona, i giallorossi pareggiano 1-1 e scivolano a -9 dalla Juve capolista. Difficile difendere il secondo posto

La Roma lascia le residue speranze di tenere testa alla Juve, almeno fino allo scontro diretto tra otto giorni, pareggiando 1-1 a Verona contro un’altra squadra in lotta per non retrocedere e scivolando a nove punti di lunghezza dalla Juventus capolista. Dal giorno del derby è il settimo pareggio in dieci gare, un andamento lento e goffo per una squadra involuta e sfiduciata che Garcia non riesce più a ravvivare. Ora la Roma comincia a guardarsi con preoccupazione alle spalle, visto che se il Napoli vince domani si porta a tre punti, ed è attesa da una settimana infernale: prima il ritorno insidioso di Europa League a Rotterdam e poi la sfida dell’Olimpico con la Juventus, che con la vittoria sull’Atalanta si è portata a +9. I giallorossi giocano la solita partita in sofferenza: il Verona assiste al possesso palla dei giallorossi con Ljajic e Gervinho a proporre sulle fasce, ma è capitan Totti a suonare la carica. Un suo tiro potente da fuori area prende terra e si insacca per il vantaggio. Ma il raddoppio non arriva e il Verona trova il pari con Jankovic e una doppia deviazione di Manolas e Keita. Ljajic fa tremare la traversa su punizione, poi nella ripresa lagara diventa più equilibrata e le occasioni capitano a entrambe le squadre. Esce Totti lamentandosi per la sostituzione, entra Doumbia che non combina nulla. La ‘pareggitè è una malattia insidiosa e neanche a Verona Garcia trova l’antidoto giusto con una situazione che comincia a sfuggirgli di mano. – Va stretto a Rudi Garcia il pareggio della Roma al ‘Bentegodì contro il Verona. C’è il rammarico per una gara che poteva essere chiusa subito, per gli errori fatti nel secondo tempo e per le occasioni mancate oltre che per un gol subito che non riesce a digerire. Ma c’è anche una sorta di capitolazione, per bocca del ds Walter Sabatini. «Lunedì la Juve ha il primo match point scudetto – dice il ds giallorosso – quando parlavamo di rimonta o di primo posto era un’altra epoca, quella in cui eravamo felici. Ora dobbiamo pensare a difendere il secondo posto dal Napoli, e non sarà facile. Servono poche parole. E i fatti». Ma Sabatini si è anche schierato a difesa del tecnico giallorosso. «È fuori strada chi pensa che il prossimo anno non guiderà la Roma: lui resta e resterà il nostro allenatore, il rapporto con lo spogliatoio rimane solido». L’interessato non può che confermare, anche a chi gli fa notare del gesto di stizza, con tanto di imprecazione, di capitan Totti al momento di essere richiamato in panchina. «Non cerchiamo problemi dove non ci sono…», taglia corto il tecnico, che preferisce gettarsi sull’analisi del risultato «Nel primo tempo – dice – abbiamo giocato bene. Peccato avere fatto solo un gol. Poi abbiamo subito una rete che come si dice da voi manca solo uno per far trentuno. Nel senso che quando le cose vanno male si prendono gol del genere». «Il rammarico – aggiunge – è che potevamo chiuderla nel primo tempo, nella ripresa abbiamo fatto troppi errori e avuto poca pazienza. Nel finale abbiamo pagato la stanchezza. Abbiamo giocato tre giorni fa e la fatica si è fatta sentire. Peccato per aver fatto una sola rete e quella traversa di Lijaijc che poteva riportarci in vantaggio». Altra musica in casa Verona. Andrea Mandorlini ha un umore molto diverso rispetto alla settimana scorsa quando la squadra ha preso cinque gol dal Genoa. «Credo – dice, facendo un raffronto – che a Genova l’atteggiamento sia stato buono, solo che abbiamo commesso troppi errori in fase difensiva. Questo di oggi per noi è un ottimo risultato. Loro forse non hanno più una grande velocità quella della prima parte del campionato, ma hanno grandi qualità. Per noi è un punto davvero importante. In partite importanti bisogna affidarsi ad alcune certezze, per questo ho schierato giocatori come Jankovic e Gomez che sono con me da tanti anni». «Se ero a rischio di esonero se avessi perso? – chiede in risposta alle domande dei cronisti – Non lo so, io non posso saperlo. Il momento era e resta difficile. Non credo, certo se avessimo perso contro la Roma sarebbe stata dura. Ho un ottimo rapporto con la società, ma è una domanda che non deve essere fatta a me».

La Roma non esce dalla morsa del pareggio, il sesto nelle ultime sette partite, e la Juventus allunga la sua fuga portando a 9 i punti di vantaggio. A bloccare i giallorossi di Garcia stavolta è il Verona di Mandorlini che reagisce all’iniziale svantaggio a firma di capitan Totti e difende senza particolari problemi il pareggio nel secondo tempo, creando anche qualche occasione favorevole. E allontanando gli spettri sulla panchina del tecnico gialloblù. Anche in riva all’Adige, così, la squadra di Garcia ha dilapidato il vantaggio, ma soprattutto ha messo in campo una gara scialba, priva di mordente, che non è parsa all’altezza di una formazione che vuole cercare ancora di dare la caccia ai bianconeri. Un pareggio che suona come l’ennesimo segnale: la squadra capitolina deve fare una seria riflessione sulla classifica, cominciare a guardarsi anche alle spalle, piuttosto che alzare il tiro per una lotta scudetto che, ora come ora, sembra avere un padrone assoluto in terra piemontese. In casa Verona, invece, il punto in più in classifica è salutare, è una boccata di ossigeno per la panchina di Mandorlini, che stava cominciando a scricchiolare, viste le tre sconfitte consecutive. La partita nel primo scorcio del primo tempo mostra gli uomini di Garcia all’attacco con i padroni di casa a maglie strette. La Roma palleggia bene, non affonda con forza negli ultimi sedici metri, ma si fa pericolosa con i tiri da fuori. Ci prova prima Nainggolan e poi, al 26′, è il turno di Totti. Da una trentina di metri dalla porta parte un tiro che buca Benussi e porta in vantaggio i giallorossi. Per l’undici di Garcia sembra l’avvio di una cavalcata, con un altro paio di occasioni. Nella prima mezzora il Verona non vede la palla. Al 38′, però, il cielo si oscura per la Roma: su un cross da sinistra Jankovic salta più in atto di tutti, la palla carambola sul corpo di Keita e finisce alle spalle di De Sanctis. Al 46′ Lajijc prova su punizione dai venticinque metri ma trova l’incrocio dei pali. Si va negli spogliatoi con i giallorossi che hanno all’attivo tante tessiture, buone occasioni, ma poca sostanza e con l’incubo di un segno pari. Nella ripresa è il Verona a cambiare atteggiamento. La squadra di Mandorlini alza leggermente il proprio baricentro ma soprattutto riesce a ripartire con più frequenza. Al 54′, i padroni di casa sfiorano il vantaggio. A salvare la rete romanista è Torosidis che respinge una palla di Hallfredsson. La Roma fa un possesso di palla sterile, ma in attacco non punge e continua ad affidarsi ai tiri da fuori, ma senza impensierire più di tanto il portiere veneto. Gli ultimi minuti sono una girandola di cambi e nei tre di recupero i giallorossi tentano le ultime chance ma senza portare a casa il risultato.

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